ROMA. Rabbia e dolore. Lacrime e rimpianti. Centinaia di ragazzi hanno partecipato giovedì sera alla fiaccolata in ricordo di Andrea (il suo nome era stato tenuto nascosto fino a ieri), lo studente 15enne morto suicida a Roma forse perché deriso per il suo orientamento sessuale. Dopo le polemiche sulla scuola, respinte da professori e studenti che, anzi, hanno descritto Giulio come «Uno di noi, un ragazzo ironico, estroso e integrato», in tanti hanno voluto testimoniare la loro vicinanza al compagno di studi e alla sua famiglia. Lumini e candele accese sono stati deposti davanti l’ingresso del liceo Cavour.
PORTE CHIUSE AL LICEO. Studenti e associazioni lgbt hanno sfilato insieme: doveva essere una fiaccolata per le strade del centro storico della capitale, ma la questura avrebbe vietato il corteo ed autorizzato esclusivamente una manifestazione statica. Tuttavia una piccola processione non autorizzata, illuminata dalla luce delle fiaccole, si è tenuta comunque per ricordare il 15enne che martedì sera si è tolto la vita impiccandosi con una sciarpa. I manifestanti hanno percorso via di San Giovanni in Laterano, la Gay Street romana, quindi via degli Annibaldi e poi – dopo essere stati davanti la porta d’ingresso del liceo Cavour, in zona Colosseo, non avendo avuto risposte da parte degli studenti all’interno che sono impegnati in una occupazione – hanno sciolto la fiaccolata e si sono riuniti in una assemblea. Altri, invece, si sono allontanati. Dal liceo nessuno studente ha voluto commentare quanto accaduto.
STALKING SUL WEB. Intanto la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, anche se ancora non c’è ipotesi di reato. Gli investigatori hanno sequestrato il telefonino e il computer del quindicenne suicida per ricostruire la rete di conoscenze e i messaggi sui social network che Andrea riceveva: di amicizia, ma anche di scherno, se davvero – come sostengono alcuni amici – lo studente era vittima di stalking sul web. Si è ucciso per questo? O perché, come ha denunciato un ragazzo all’Help Gay Line, era omosessuale? Eppure secondo i compagni di scuola non è cos’: «Il suo gusto per il paradosso e il travestimento – scrivono – nelle ricostruzioni giornalistiche è stato confuso con una inesistente omosessualità». Da martedì le psicologhe della Questura stanno ascoltato minorenni che erano a contatto con lo studente.

L. Zan. per corriere.it

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