MILANO. Si sta diffondendo in misura sempre più capillare in Italia il “Coworking”, stile lavorativo che consta nella condivisione dell’ambiente di lavoro, da parte di dipendenti o professionisti di organizzazioni differenti, che decidono di dividere uno stesso spazio pur mantenendo un’attività indipendente. La soluzione, che può rivelarsi ottimale soprattutto in periodi di crisi economica come questa che stiamo vivendo, diventa funzionale anche per lo sviluppo di sinergie che possono nascere grazie al contatto periodico con idee e modalità lavorative differenti, in un’ottica di sviluppo di pratiche comuni di approccio e gestione efficiente delle attività.

COSA E’. Il Coworking offre, inoltre, anche una risoluzione al problema dell’isolamento, che tanti lavoratori autonomi e liberi professionisti sperimentano, soprattutto quando sono costretti a lavorare in solitudine o sono sottoposti alle distrazioni che possono sorgere frequentemente in ambiente domestico.
A MILANO. In Italia non mancano modelli di Coworking efficienti e anche le amministrazioni comunali iniziano a prevedere misure per incentivarne la diffusione. A tal riguardo, appare molto interessante il bando per il Coworking del Comune di Milano, cofinanziato dalla Camera di commercio e annunciato da Cristina Tajani, assessore al lavoro del comune milanese, che rileva come tale misura sia indirizzata soprattutto ai giovani professionisti che iniziano a lavorare di solito aggregandosi in rete, per poi cercare spazi fisici adeguati.
L’ASSESSORE. «Stiamo prevedendo una mappatura di spazi presenti sul territorio milanese”, asserisce Cristina Tajani, “che potrebbero essere adibiti a questa destinazione. Di solito il Co-working, fenomeno sempre più diffuso, è interessante per i giovani professionisti perché crea sinergie inaspettate ed è utile soprattutto per chi non ha la possibilità di investire troppe risorse in un ufficio privato»

di Nicola Clemente

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