NAPOLI. Un atto intimidatorio, una vendetta privata o un messaggio ordinato dai clan della zona. I carabinieri stanno cercando di fare chiarezza, senza tralasciare alcuna ipotesi investigativa, ma per il momento il punto da cui partire è uno: non si è trattato di un incidente. Ci sarebbe intenzionalità dietro il danneggiamento del bar Anitacaffè, la caffetteria al cui interno è esploso un ordigno rudimentale la notte di San Silvestro. Ignoti, secondo le testimonianze raccolte sulla zona, intorno alle 23.30 avrebbero sollevato la saracinesca e gettato all’interno del liquido infiammabile oltre ad un ordigno, probabilmente una bomba carta. Il bar, che si trova nei pressi della zona a traffico pedonale di corso Duca d’Aosta, nel quartiere di Pianura, sarebbe stato inaugurato tra qualche giorno. Il botto, come raccontano i testimoni, è stato tremendo.
A CAPODANNO. Probabilmente la scelta dell’ora in cui agire non è stata casuale. Chi ha utilizzato l’ordigno sapeva, infatti, che farlo deflagrare quando mancavano pochi minuti alla mezzanotte sarebbe servito a non attirare l’attenzione, confidando nel fatto che il botto si sarebbe confuso tra i petardi che già a quell’ora iniziavano a scoppiare nel quartiere. Una scelta già vista in passato in altre zone della città, dove la “copertura” fornita dai festeggiamenti di Capodanno è servita a nascondere esplosioni, incendi e persino svegliate di mitra dirette contro le vetrine dei negozi. L’esplosione all’interno della caffetteria, oltre ad annerire le pareti, ha causato il cedimento della parete che separa il locale dall’androne di un condominio.
LE INDAGINI. Le indagini sono affidate ai carabinieri del nucleo operativo di Napoli. Al momento non risultano minacce ai titolari dell’attività, che già ieri mattina hanno avviato i lavori per ripristinare il locale e non rinviare di troppo l’inaugurazione. Dietro l’episodio, questa una delle piste che maggiormente tengono banco presso gli investigatori, potrebbe esserci la mano del racket. Dopo un periodo di relativa calma infatti, in cui il quartiere di Pianura si è anzi distinto per la forza con cui i commercianti si sono ribellati al racket, negli ultimi tempi c’è stata una riorganizzazione dei clan camorristici storicamente attivi sul quartiere. I titolari del locale, comunque, hanno ribadito alle forze dell’ordine di non aver ricevuto mai minacce o intimidazioni

di Mirko Dioneo

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