ROMA – L’iniziativa dei cittadini europei che chiede di mettere al bando il glifosato ha raggiunto le 800 mila firme. In Italia il quorum non è ancora stato raggiunto: servono 20 mila firme entro la fine del mese. E mentre ci si prepara all’iniziativa di mobilitazione contro questo pesticida – l’appuntamento è il 13 maggio per sostenere la raccolta di firme per mettere al bando un erbicida che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms ha classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” – dalla coalizione #StopGlifosato arriva la denuncia: “Ancora almeno 10 anni di glifosato: è questo il rischio concreto cui i cittadini europei si trovano di fronte”.
L’allarme è stato lanciato dalla coalizione, che riunisce 45 associazioni ambientaliste e di tutela della salute, che denuncia: “In questi giorni, il commissario Ue per la Salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha sostenuto le conclusioni di EFSA e ECHA (rispettivamente l’agenzia europea sul cibo e quella per la sicurezza dei prodotti chimici) che hanno emesso dei pareri di non cancerogenicità per l’erbicida più diffuso al mondo, ma di ‘solo’ rischio per la salute degli occhi e l’inquinamento delle falde acquifere. Inoltre, il Copa-Cogeca, organizzazione dei sindacati agricoli e delle cooperative europee, ha scritto una lettera al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, chiedendo all’’Esecutivo Ue il rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida per 15 anni. Ma – come hanno rivelato EU Observer e One World – il parere dell’EFSA appare discendere direttamente da una relazione scritta da Monsanto, l’azienda produttrice del glifosato. Secondo le mail sequestrate da un tribunale statunitense, almeno due importanti studi scientifici su cui si è basata la decisione dell’agenzia europea per la sicurezza alimentare, sono stati trasferiti direttamente dalla multinazionale a studiosi che poi li hanno firmati, avallandone l’indipendenza”.
Al centro della questione c’è infatti anche la reale indipendenza degli studi che vengono usati come base per le decisioni scientifiche. “Non è un segreto per nessuno: sia l’Efsa che l’Echa hanno ammesso di aver basato la loro decisione anche su studi prevenienti da Monsanto”, afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato. “Il punto è quanto l’hanno basata sugli studi effettivamente indipendenti. Diciamo che dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha messo il glifosato nella lista dei prodotti probabilmente cancerogeni, sollevando l’attenzione dei cittadini, quasi nulla sembra essere sfuggito al controllo delle multinazionali”.
Le associazioni che fanno parte della Coalizione chiedono da tempo che gli studi vengano fatti nel rispetto dell’indipendenza della ricerca e che non siano influenzati dalle multinazionali. Nel frattempo, quasi 800 mila cittadini europei hanno firmato l’iniziativa contro il glifosato, per una legge che metta al bando il glifosato, riformi il processo di approvazione dei pesticidi, e fissi obiettivi vincolanti per ridurre l’uso dei pesticidi nell’Unione europea. L’Italia ha bisogno di altre 20 mila firme entro la fine del mese per raggiungere il quorum. Il prossimo appuntamento della campagna sarà il 13 maggio, quando nelle piazze italiane ed europee ci saranno banchetti per la raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare che dice Stop al glifosato.

di Danila Navarra

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