COREA DEL NORD – L’analisi di nuove immagini satellitari mostra che il governo della Corea del Nord sta annullando la differenza tra i campi di prigionia politica e la popolazione circostante. Alla luce di questo sviluppo, Amnesty International ha rinnovato la richiesta alle Nazioni Unite di istituire una commissione indipendente d’inchiesta sulle gravi, sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani, compresi crimini contro l’umanità, in corso nel paese. Di fronte alle notizie sulla possibile costruzione di un nuovo Kwanliso (campo di prigionia politica), adiacente al campo n. 14 di Kaechon, nella provincia di Pyongan Sud, il programma Scienza per i diritti umani di Amnesty International Usa aveva chiesto alla societa’ DigitalGlobe di fornire immagini satellitari e un’analisi di queste ultime. L’analisi delle immagini ha rivelato che, dal 2006 al febbraio 2013, la Corea del Nord ha costruito 20 chilometri di perimetro intorno alla valle di Ch’oma-bong (70 chilometri a nord-nordest della capitale Pyongyang) e ai suoi abitanti, con nuovi punti d’accesso controllati e possibili torri di guardia. Gli analisti hanno anche individuato la costruzione di nuovi edifici che potrebbero essere dormitori per operai, forse collegati all’espansione dell’attività mineraria nella regione. Questo sviluppo punta a rafforzare i controlli sul movimento della popolazione che vive nei pressi del campo n. 14, annullando in questo modo la distinzione tra i detenuti del campo di prigionia e gli abitanti della valle. Amnesty International e’ preoccupata per le condizioni di vita della popolazione residente all’interno del nuovo perimetro e per le future intenzioni del governo nord-coreano. «Ci aspettavamo di trovare un nuovo campo o un campo ingrandito. Quello che abbiamo scoperto e’ persino peggio» – ha dichiarato Frank Jannuzi, vicedirettore generale di Amnesty International Usa. «La creazione di un perimetro di sicurezza con punti d’accesso controllati e torri di guardia oltre i limiti ufficiali del campo n. 14, annulla la distinzione tra le oltre 100.000 persone sottoposte al sistema del Kwanliso e la popolazione locale».
 

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