di  Walter Medolla
BERGAMO.«Ritengo sia mio dovere personale e quello dell’Atalanta prenderci cura per sempre di Maria Carla Morosini, così come avrebbe fatto Piermario se la sua esistenza non fosse stata tragicamente stroncata. Maria Carla Morosini sarà per sempre parte della famiglia atalantina e non dovrà mai preoccuparsi di nulla». E’ la dichiarazione del presidente dell’Atalanta calcio Antonio Percassi, in merito al futuro di Maria Carla Morosini, sorella del giova giocatore morto improvvisamente durante la partita di calcio Pescara – Livorno dello scorso sabato, affetta da una grave disabilità psichica e ricoverata da anni in una residenza sanitaria in provincia di Bergamo. A seguito della dichiarazione di Percassi è stata sospesa la raccolta fondi promossa dall’Udinese Calcio e i donatori sono stati invitati a non partecipare più alla “gara di solidarietà”. La storia è di quelle da incorniciare, ma solleva ancora di più il problema del “dopo di me”, domanda che  affligge i genitori delle persone disabili. Il triste leitmotive è “quando  non ci saremo più chi accudirà nostro figlio?”. Soluzioni, al momento, non ce ne sono, tranne forme assicurative e un risparmio economico che garantiscano un’autosufficienza economica per il futuro.
PER SAPERNE DI PIU’
Una struttura per disabili intitolata a Morosini

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