RUSSIA- Nella serata di ieri, la Guardia Costiera russa ha abbordato la nave di Greenpeace Arctic Sunrise e ha arrestato i 25 attivisti a bordo minacciandoli con le pistole. Tra di loro anche un italiano. Ieri, alcuni attivisti di Greenpeace avevano protestato pacificamente contro la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya della compagnia di Stato russa Gazprom. Al momento dell’irruzione l’Arctic Sunrise stava navigando intorno alla piattaforma Prirazlomnaya alla velocità di tre miglia nautiche, in acque internazionali.«Le coordinate confermano che la nave era dentro la Zona Economica Esclusiva della Russia (EEZ) e  questo fa dell’irruzionedella Guardia Costiera russa – si legge in una nota diffusa da Greenepeace- un atto illegale: il diritto internazionale consente infatti la libera navigazione nella EEZ».
Per mezzo di un elicottero e di corde, otto uomini della Guardia Costiera sono saliti a bordo della nave e hanno circondato gli attivisti, spingendoli sul ponte. Alcuni membri dell’equipaggio, che sono riusciti a chiudersi a chiave nella sala radio, hanno riferito di aver visto gli altri attivisti costretti a inginocchiarsi con pistole puntate contro di loro.
«Questa irruzione illegale su una nave che protestava pacificamente evidenzia quali misure estreme il governo russo è disposto a prendere per tenere le trivellazioni di Gazprom lontane dal controllo pubblico – afferma Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International-. Chiediamo al Presidente Putin di trattenere la Guardia Costiera e di ordinarle di rimettere nella fondina le pistole e ritirarsi. Siamo un’organizzazione pacifica e la nostra protesta non si merita questo livello di aggressività». Il Ministro Russo degli Affari Internazionali aveva precedentemente dichiarato che la Guardia Costiera è intervenuta nella protesta di mercoledì perché l’Arctic Sunrise rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza e all’ambiente – un’affermazione che Greenpeace contesta fortemente.  «Non scherziamo: la vera minaccia all’Artico non viene da Greenpeace ma dalle compagnie petrolifere come Gazprom, che sono determinate a ignorare sia la scienza che il buon senso per trivellare nell’Artico – dice Ben Ayliffe, campaigner di Save The Arctic di Greenpeace International. La Guardia Costiera ha minacciato con le pistole i nostri attivisti e ha sparato 11 colpi di avvertimento contro la nostra nave. Chi è la vera minaccia alla sicurezza qui?” – conclude Ben Ayliffe».

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