Il diritto alla vita indipendente, sancito dall’art. 19 della Convenzione delle Nazioni Unite Delle Persone Con Disabilità, garantisce ai soggetti affetti da limitazioni funzionali possibilità di condurre la propria esistenza al pari di chiunque altro. I soggetti di tale diritto hanno la possibilità di scegliere dove e con chi vivere e di poter essere assistiti in qualunque tipo di attività rientri nelle loro esigenze. Non si tratta semplicemente di un supporto nei bisogni quotidiani e primari, sono piuttosto misure che consentono alle persone con disabilità di sviluppare il proprio potenziale umano e autodeterminarsi. Una società inclusiva è una società che permette a chiunque di avere pari opportunità tramite l’accesso ad un’assistenza calibrata sulle necessità e le aspirazioni soggettive. L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2009. Attualmente la maggior parte dei fondi è destinata ad altre tipologie di assistenza. I finanziamenti sono per lo più indirizzati a cooperative o residenze di assistenza sanitaria che forniscono la così detta assistenza diretta, un tipo di supporto di fatto molto lontano dal garantire un’effettiva inclusione. Le esigenze di ogni individuo dipendono infatti dalla gravità della disabilità. Spesso le cooperative offrono un servizio standardizzato che copre solo poche ore della giornata non garantendo un’assistenza sufficiente a garantire il soddisfacimento delle necessità soggettive . Una dimensione ancora più emarginante è chiaramente quella delle residenze sanitarie che implicano che la conduzione della propria esistenza venga sradicata dai contesti sociali di appartenenza e dalle rispettive famiglie. Controtendenze sono minoritarie e presenti al Nord e al Centro Italia. Attualmente presso Comune di Napoli si ha accesso a varie forme di assistenza: quella domiciliare integrata, dove il servizio è subordinato alla disponibilità delle risorse orarie ed è dunque una forma di assistenza non calibrata sui bisogni reali dei singoli individui. Si aggiunge a questi l’assegno di cura che prevede l’erogazione di un assegno e non necessita di rendicontazione.
Dal 2019 si ha accesso al bando “Dopo di noi” che deriva da una legge nazionale 112\2016 ed è il primo ad andare nella direzione della vita indipendente in quanto prevede la stesura di un progetto personalizzato. Il limite di questo tipo di progetto è che viene erogato solo a persone con disabilità che non hanno il necessario supporto familiare. Appare evidente che queste forme di assistenza non garantiscano ancora una reale inclusione delle persone con disabilità in società né sgravinoo le famiglie completamente dall’onere di un’assistenza quotidiana.
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di Lea Cicelyn