Connettiti con noi

News

Mobile Angel, lo smartwatch anti-violenza al polso e al fianco delle vittime di maltrattamenti

Pubblicato

il

Ascolta la lettura dell'articolo

Lo scorso 30 novembre i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, la Sezione fasce deboli della Procura della Repubblica partenopea, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist International Club Napoli hanno annunciato l’avvio del mobile angel, un progetto pilota che prevede la consegna di un device a vittime di maltrattamenti.

Il progetto, dopo una sperimentazione a Napoli, è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Negli uffici della storica caserma “Pastrengo” di Napoli,  è stato installato il primo smartwatchanti-violenza al polso di una donna. Si tratta del primo dei 45 dispositivi a disposizione.

L’orologio intelligente è provvisto di un sistema di allarme collegato direttamente alla Centrale Operativa dell’Arma dei Carabinieri che,  in caso di necessità, potrà offrire un intervento tempestivo.Dotato di un sistema di localizzazione in tempo reale, potrà guidare le forze di polizia, fornendo coordinate geografiche precise.

Il mobile angel rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza.  Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la  “stanza tutta per sé”, un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. Tre le stanze nel territorio della provincia di Napoli: Capodimonte, Ercolano e Caivano. Tutte puntellate da carabinieri altamente specializzati nella gestione dei reati di questo tenore.

Agenda

Gravetti 3 ore fa

Assalto al furgone dei giornali, sparite le copie di Metropolis, Roma e Sannio Quotidiano

Gravetti 3 giorni fa

«Rinascere insieme»: la forza silenziosa degli Alcolisti Anonimi

medolla 4 giorni fa

Family influencer e tutela minori, Terre des Hommes: “Necessarie regole”

medolla 5 giorni fa

Giulio Giaccio, ucciso dalla camorra e sciolto nell’acido, Pol.i.s.: “ma l’omicidio non è riconosciuto come reato mafioso”

Salta al contenuto