Qualche giorno fa, nella città di Fianarantsoa, capoluogo della provincia omonima del Madagascar centrale, è stata ricoverata, presso l’Ospedale Tambohobe, una bambina affetta da albinismo, alla quale un gruppo di banditi aveva strappato ambedue i bulbi oculari. Un nuovo caso di violenza nei confronti di bambini albini in Madagascar, i bobo, dopo quello del piccolo Comune di Benato e quello di Analamary, che ha visto una madre assistere inerme alla decapitazione del figlio. La persecuzione degli albini africani non è un fenomeno nuovo, risale ad antiche superstizioni tribali diffuse in gran parte dell’Africa subsahariana, che, purtroppo, ancora oggi trovano largo consenso tra la popolazione. Secondo le credenze legate alla magia nera, gli albini avrebbero poteri sovrannaturali. Ad avere questi poteri, più specificamente, sono le singole parti del corpo che vengono usate come amuleti o impiegate in pozioni dai guaritori. Gli occhi, in questo caso, avrebbero il potere di rendere invisibili (ogni bandito ne vorrebbe uno per proteggersi nei conflitti a fuoco), ma sono molto ricercati anche dagli stessi guaritori perché ne rafforzerebbero i poteri. Anche se queste credenze hanno radici comuni, come la convinzione che recar maggior sofferenza alla vittima ne ottimizzi i benefici o che ricorrere all’abuso sessuale possa curare l’HIV, sono diverse le declinazioni che questi efferati delitti legati alla magia nera possono avere nei vari Paesi africani. In Malawi, per esempio, è pratica diffusa vendere le ossa agli stregoni se si vuole aspirare ad una posizione di potere e avere ricchezza e fortuna. Proprio per questo l’ONU, alle ultime elezioni nazionali aveva lanciato l’allarme: «I periodi di elezione possono essere un momento pericoloso per le persone con albinismo. Le uccisioni e gli attacchi spesso aumentano ai danni degli albini. Le pratiche dannose legate alla stregoneria si traducono in gravi violazioni dei diritti umani, come torture, omicidi, discriminazione ed esclusioni, incluso l’esilio dalle comunità. Chiediamo alle autorità di assicurare lo spiegamento di personale di polizia adeguato per proteggere le persone con albinismo».

Il fenomeno della persecuzione dei bambini albini, purtroppo, sta interessando ultimamente anche il Madagascar, che ha visto, negli ultimi anni, incrementare il numero di omicidi e rapimenti. Il bassissimo indice di alfabetizzazione della popolazione e la precaria situazione sanitaria del Paese rendono questo fenomeno difficile da eradicare. La carenza di strutture ospedaliere efficienti va a sommarsi alla già scarsa fiducia nella medicina “moderna”, vista ancora spesso con diffidenza, acuendo l’ancora persistente tendenza ad affidarsi alla medicina tradizionale, basata perlopiù sulla considerevole varietà di piante officinali endemiche che si trovano in Madagascar. In questo quadro, risultano dalle cronache in aumento anche le persone che si affidano a guaritori e sciamani per pratiche illegali. Le autorità malgasce, dal loro canto, si sono dimostrate irreprensibili nel voler arginare il fenomeno, con arresti e conflitti a fuoco, che però, secondo le associazioni per la protezione delle persone con sindrome di albinismo, non basteranno a fermare le violenze e le uccisioni, a meno che non avvenga un drastico cambiamento culturale. Sensibilizzare le popolazioni sugli effetti di queste pratiche barbariche è il lavoro prioritario di molte associazioni come Action on albinism, che fa parte di Africa Albinism Network, un consorzio di associazioni non-governative che promuove la dignità e il benessere delle persone albine e delle loro famiglie. Come spesso succede, il primo passo per risolvere un problema è iniziare a parlarne.

 

di Valerio Orfeo

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