L’Italia risulta agli ultimi posti, tra i paesi del Consiglio d’Europa, per il numero di persone in carcere per i reati economici-finanziari. Libera – secondo quanto riporta l’Ansa- ha elaborato le statistiche penali del Consiglio d’Europa al 31 gennaio 2020 dove su 41.679 persone detenute in carcere solo 1% pari a 418 persone sono detenute per i tipici reati dei “colletti bianchi”.
Una percentuale irrilevante se paragonata al 5% di persone detenute in carcere per reati economici finanziari su oltre 49mila detenuti di Francia e Spagna e l’11% su oltre 50mila detenuti della Germania. Da evidenziare che nel nostro Paese, secondo le statistiche penali del Consiglio d’Europa, su 41.679 persone detenute in carcere ben il 31% sono detenute per droga, tra i valori più alti in assoluto.
“Oggi le mafie – denuncia Libera – hanno cambiato abiti e modi, avendo scoperto che attraverso manovre finanziarie è possibile riciclare, investire, moltiplicare i loro patrimoni senza ricorrere con la frequenza di prima alla violenza diretta.
Sono diventate così mafie ‘imprenditrici’, capaci di padroneggiare i meccanismi più sofisticati della finanza, di prevedere e in parte influenzare, col peso dei loro patrimoni, le fluttuazioni delle Borse, di assicurarsi le prestazioni di professionisti e tecnici di prim’ordine”.

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