Nei 15 istituti penitenziari campani per adulti e in quello militare di Santa Maria Capua Vetere al 31 dicembre 2021 è stata rilevata la presenza di 6747 detenuti, 971 in più del previsto e 320 in più rispetto al 2020 quando il numero s’assestava a 6420. Ad enunciare questo dato è il garante regionale delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello nella relazione annuale condotta in collaborazione con l’Osservatorio Regionale sulla detenzione e presentata questa mattina nell’aula Siani del consiglio regionale della Campania. Numeri importanti pe il 2021 anche per ciò che concerne la detenzione nei 17 istituti minorili della Campania: 316, di cui 140 stranieri e 8 ragazze. A questi si aggiungono 6 ingressi nei Centri di prima accoglienza, 69 in comunità, 46 presso i Centri Diurni Polifunzionali. Inoltre, in carico dai servizi della Giustizia Minorile in Campania nel 2021 sono finiti 6569 ragazzi sui 13611 di tutt’Italia, ben il 47,6%.
Nello stesso report del garante regionale si legge che il 32% è in attesa di giudizio, il 65% deve scontare una condanna definitiva e solo il 3% accede alla semilibertà. Il quadro sulle carceri campane, insomma, resta preoccupante. Nel 2021, ricorda tra le altre cose Ciambriello, «abbiamo avuto 1.189 atti di autolesionismo, 829 scioperi della fame e della sete, 3.425 infrazioni disciplinari, 155 tentativi di suicidio. Non c’è stata una strage grazie al pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria, e purtroppo abbiamo avuto sei suicidi, per la maggior parte giovani in attesa di giudizio». Rispetto all’epidemia Covid, nel 2021 sono stati 200 i ristretti positivi al carcere di Poggioreale, 193 a Secondigliano. Nelle scorse ore sono arrivate 107 richieste di rinvio a giudizio per funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e agenti e della Polizia Penitenziaria per le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere accaduti nell’aprile 2020.
«In quelle immagini abbiamo visto poliziotti con il casco consumare reati di violenza e di tortura e non siamo risaliti agli autori» afferma il garante campano, che sollevò il caso all’epoca e che ancora oggi chiede il numero identificativo sui caschi degli agenti penitenziari. «Mi colpisce il fatto che non ci siano state mai denunce interne» è il commento sui fatti di Santa Maria Capua Vetere del garante nazionale dei detenuti Mauro Palma intervenuto stamattina al consiglio regionale durante la presentazione della relazione.
di Antonio Sabbatino