NAPOLI – La fuga dei giovani dal nostro Paese è un argomento di scottante attualità. La percentuale di nostri concittadini che, per necessità o per scelta, decidono di lasciare la nostra penisola rappresenta una piaga per l’economia italiana. Diverse le storie di giovani italiani che decidono di allontanarsi alla ricerca di una prospettiva di vita migliore.
La lente d’ingrandimento si sofferma su spaccati di vita vissuta che meritano di essere raccontati.
Emblematica l’esperienza di una giovane fisioterapista di Afragola, Pina Sodaro, trasferitasi stabilmente a Marsiglia da ormai sei anni. La scelta di andare via è subentrata dopo aver lavorato per due anni in un centro della zona percependo uno stipendio di soli 500 euro al mese per otto ore di lavoro giornaliere, tra l’altro senza aver mai stipulato un contratto di lavoro.
Così, quasi come motivo di riscatto personale, malgrado la laurea faticosamente ottenuta, Pina decide di partire alla volta della Francia.
Marsiglia l’accoglie, come aveva già fatto con il fratello qualche anno prima il quale, avendo inizialmente trovato lavoro in una catena di negozi di arredamento, grazie al suo innato talento, è cresciuto professionalmente al punto tale da diventare un noto progettista di mobili da cucina della zona, ottenendo consensi da professionisti e aziende, nonostante la mancanza di un titolo di studi.
Sarebbe successo lo stesso in Italia?
Pina comincia da subito a seguire una scuola di orientamento riservata a ragazzi fino ai 25 anni che le consente di ottenere un rimborso spese di 400 euro mensili.
Questa scuola le permette di imparare la lingua, di conoscere altre persone nella sua stessa situazione di vita di origine araba, spagnola, americana, ecc, di intraprendere tirocini formativi in ospedale grazie a delle convenzioni.
Al termine dei mesi di formazione, iniziano a fioccare le richieste di lavoro per Pina: ospedali, studi privati… Nel contempo Pina non smette di inviare curriculum e così, solo una settimana dopo dall’invio degli stessi, ottiene la proposta che le ha cambiato la vita: le chiedono di lavorare in una clinica privata al doppio dello stipendio rispetto alle proposte iniziali, nel reparto che accoglie persone con arti amputati.
La clinica decide quindi di investire su di lei, arrivando a pagarle due anni di formazione, comprese le spese, presso l’Università di Marsiglia, consentendole di completare il suo percorso professionale.
Adesso è una fisioterapista affermata alla Bourbonne, clinica nazionale per persone amputate.
La voglia di crescere e di non accontentarsi ha consentito a questa ragazza di raggiungere la sua indipendenza economica e professionale.
«La situazione lavorativa precaria e l’insoddisfazione verso la mia condizione economica» – afferma Pina – «mi hanno spinto ad andare oltre e cercare qualcosa di diverso, favorita sicuramente dal mio spirito di adattamento. L’appello che rivolgo ai tanti giovani che, come me, si sentono scoraggiati è quello di non arrendersi e cercare altrove quello che in Italia non si riesce a trovare. L’importante è non demordere ed affidarsi sempre al proprio istinto».
La serenità d’animo raggiunta sul lavoro è stata fondamentale anche dal punto di vista sentimentale. Durante una serata tra amici ha incontrato colui che di recente è diventato suo marito. La loro storia d’amore è confluita in un rito civile in Francia, ma non hanno abbandonato le tradizioni e gli usi napoletani, celebrando il fatidico matrimonio religioso nella chiesa di San Giorgio ad Afragola, innanzi ad una folla festosa di parenti ed amici.
Questa storia a lieto fine apre gli occhi sulla triste realtà della condizione dei giovani nel nostro Paese, ma anche sulla possibilità di crescere e crearsi delle valide opportunità rimboccandosi le maniche e avendo il coraggio di cambiare vita, abitudini, amici, famiglia.
Cosa manca al nostro Paese per soddisfare le ambizioni e la fame di lavoro di giovani laureati italiani che sentono l’esigenza di realizzarsi nel proprio ambito?
«Se cambiassero le condizioni in Italia, probabilmente tornerei a casa» – continua Pina – «ma per adesso non vedo prospettive. Mi piace il mio nuovo stile di vita e ciò che con fatica sono riuscita a costruire».

di Perla Fontanella