ROMA – Arriva in Consiglio dei ministri per un primo esame il decreto legislativo che introduce la misura contro la povertà. Il reddito d’inclusione (Rei) nelle intenzioni del Governo si dovrebbe rivolgere ad una platea di 400 mila famiglie, pari a 1 mln e 770 mila persone.
Il Rei sostituisce il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e l’Assegno di disoccupazione, destinato a sparire dall’inizio del 2018. Dal punto di vista delle risorse, sul tavolo ci sono 1,4 miliardi per il prossimo anno e 1,56 per il 2019.
Come funzionerà concretamente la nuova misura? Si tratterà di una Carta ricaricabile sulla quale l’Inps depositerà il Rei. Per il 2018 l’importo dell’assegno sociale sarà di circa 450 euro al mese per un anno e mezzo, salvo possibilità di rinnovo.
Perché l’Inps eroghi il denaro, chi ne fa richiesta deve impegnarsi in un progetto personalizzato, un piano di attivazione personale in tema di ricerca del lavoro, obbligo di cura e di istruzione per i più piccoli. I requisiti reddituali fondamentali sono: Isee massimo di 6mila euro (con tetto a 3mila per la parte reddituale), patrimonio immobiliare sotto 20mila euro (al netto dell’abitazione principale), patrimolio mobiliare da 10mila euro. Stoppati quelli che nei due anni precedenti la richiesta hanno acquistato auto, moto, barche.
“Se anche prendessimo per buone le ottimistiche previsioni del Governo, in realtà forse raggiungibili solo dando una miseria pari ad 80 euro a persona, importo ufficialmente non prefissato, si tratterebbe di una platea pari ad appena il 25,3% delle famiglie povere, 1 mln e 582 mila e al 38,5% degli individui poveri, pari a 4 milioni e 598 mila”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Ricordiamo che l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, le risorse effettivamente stanziate nel Def per la lotta alla povertà sono solo 1,2 miliardi nel 2017 e 1,7 nel 2018 e che, invece, ne servirebbero come minimo tra 5 e 7 miliardi. Peraltro i 7 mld si riferiscono ad una stima fatta dal Gruppo di lavoro sul reddito minimo del Ministro del Lavoro nel 2013, quando i poveri assoluti erano il 7,3% della popolazione residente, pari a 4 mln e 420 mila, mentre nel 2015 si è raggiunto il record dall’inizio delle serie storiche”, conclude Dona.

di Danila Navarra

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