BRUXELLES – La discriminazione degli insegnanti precari della scuola pubblica deve cessare. Lo Stato italiano deve assicurare stipendi uguali a quelli di ruolo e, soprattutto, garantire maggiori certezze visto che svolgono lo stesso lavoro ma hanno un contratto diverso che li lascia precari anche dopo tanti anni. La richiesta, perentoria, è della Commissione Ue all’Italia, mandando avanti la procedura d’infrazione già aperta. Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere a Bruxelles ed impedire alla Commissione di portare la procedura dinanzi alla Corte Ue. La Commissione Ue, spiega un comunicato, ha ricevuto numerosi ricorsi che indicano come questo tipo di staff è trattato in modo meno favorevole di quello permanente. In particolare, sono impiegati con contratti a termine ma “continuativi”, per molti anni, che li lasciano in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri. E le leggi non prevedono misure per prevenire tali abusi. Inoltre, ricevono un salario più basso dello staff permanente nonostante abbiano le stesse qualifiche ed esperienze.
di Aldo D’Amore