L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha diffuso l’ultimo rapporto sui cambiamenti climatici, che raccoglie e analizza i dati riferiti al 2020 di 24 città italiane. Dal report si evince chiaramente la perdurabilità della tendenza all’aumento delle temperature medie, fenomeno che si accentua all’interno dei centri urbani: “Dal 2014, la temperatura media ha raggiunto i +1,6°C”, un chiaro segnale di un “riscaldamento in atto nei sistemi urbani”. Nel 2020, sono stati 112 i giorni estivi con temperature maggiori di 25°C. Le temperature più alte sono state registrate a Perugia (+2,1), Roma (+2), Milano (+1,9), Bologna (+1,8) e Torino (+1,7). In aumento anche le notti tropicali, caratterizzate da temperature non inferiori ai 20°C. A guidare questa particolare classifica, Napoli, dove le notti anomale raggiungono quota +53 rispetto al trentennio 1971-2000.

Con distacco seguono Milano (+34 notti), Catanzaro (+33) e Palermo (+27). Diminuiscono significativamente le precipitazioni:  -132 mm rispetto al periodo 2006-2015. Piove meno, ovunque. Anche la classifica delle città, che hanno visto un’anomala riduzione delle precipitazioni medie, vede Napoli capofila, con un valore di -423,5 mm. Seguono Genova (-276,9 mm), Catanzaro (-262,1 mm), Firenze (-221,6 mm), Bologna (-211,9 mm) e Milano (-196). Unico dato confortante ci viene dall’aumento della forestazione urbana, ovvero la porzione di città destinata a parchi, giardini e aree verdi, aumentata nell’ultimo decennio del 14,9%. Oltre ad un effetto di mitigazione climatica, il verde urbano gioca anche un ruolo di antagonista dell’inquinamento atmosferico. “La tutela e la promozione del verde urbano è una soluzione naturale che, aumentando la resilienza delle città, può svolgere un ruolo importante nelle strategie di contrasto ai cambiamenti climatici e, più in generale, nel miglioramento della sostenibilità dei sistemi urbani e della qualità della vita dei cittadini”. Il report sottolinea quanto Milano paghi lo scotto di avere una percentuale bassa (13,8%) di aree verdi rispetto all’estensione totale della città, mentre Napoli, pur avendo il parco auto circolante più obsoleto e quindi più inquinante, è costituita per il 31,5% da aree verdi, grazie sopratutto alla presenza di aree naturali protette come il Parco metropolitano dei Camaldoli, che si estende per 22 milioni di metri quadrati.

di Valerio Orfeo

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