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Napoli, distrutta da una potatura selvaggia l’araucaria monumentale della Sanità. La denuncia del Premio GreenCare

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Distrutta da una drastica potatura l’araucaria monumentale della Sanità a Napoli, le cui radici affondano da più di 150 anni nel giardino del complesso monumentale di Santa Maria della Vita, oggi sede della RSA Fontanelle, residenza per anziani disabili dell’ASL Napoli 1.

La denuncia è dell’Associazione Premio GreenCare Aps, che ha segnalato l’accaduto al Servizio Giardini e Assessorato al Verde e Salute del Comune di Napoli, alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Napoli, all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania.

Il massiccio fusto, eretto per circa 30 metri, svetta tra i palazzi e le cupole della Sanità, ed è oggetto di pellegrinaggio per gli appassionati di alberi monumentali. “Ora che le sono state amputate tutte le ramificazioni, le sue possibilità di sopravvivenza sono assai scarse. Mi sono confrontata con alcuni agronomi che sono rimasti basiti di una tale mancanza di competenza nell’affrontare un albero così importante per dimensioni e storia”, afferma Benedetta de Falco, presidente di Premio GreenCare.

L’albero è rinchiuso nel perimetro delle mura di quello che fu l’antico complesso monastico di Santa Maria della Vita, eretto nel 1577 su una persistente chiesta paleocristiana: il complesso fu, nel tempo, una fabbrica di porcellane con Giovanni Poulard-Prad ed annessa fabbrica di candele (Decennio francese – 1807), poi con il ritorno dei Borbone, a partire dal 1836 l’area fu destinata ad ospedale prima per i malati di colera e poi, alla fine dell’epidemia, un nosocomio per le donne, denominato Ospedale San Camillo. Nel 1990 la struttura fu chiusa e adibita, nella parte accanto alla Chiesa, a sede del Centro La Tenda per il recupero delle tossicodipendenze, e nella parte verso il Cimitero delle Fontanelle a RSA Fontanelle, una residenza per anziani disabili dell’Asl Napoli.

“Speriamo che la nostra segnalazione serva a far luce su quanto accaduto – spiega de Falco – e che non debbano più ripetersi attacchi così massivi e mortali ad alberi di questo valore”.

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