ius_soliROMA. Oggi in Italia quasi un quinto dei bambini nasce da almeno un genitore straniero e quasi un milione di ragazzi di origine straniera frequenta le nostre scuole, ovvero l’8,5% della popolazione scolastica. È una realtà della nostra società con cui dobbiamo fare i conti, una questione che la politica dovrebbe affrontare mettendo da parte ogni possibile velo ideologico. «Non posso che condividere la posizione del Ministro Cecile Kyenge sulla riforma della cittadinanza», ha dichiarato Vincenzo Spadafora Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. «Se è vero che la capacità della politica è quella di interpretare i bisogni della società, un passo avanti sul diritto di cittadinanza non è più rinviabile. Come ha detto il Presidente della Camera si tratta di una questione di civiltà, più volte sottolineata anche dal nostro Presidente della Repubblica, che si è fatto il più autorevole portavoce della legittima aspirazione di coloro che sono nati in Italia, ma sono ancora giuridicamente stranieri, a diventare cittadini italiani. Occorre pertanto arrivare presto ad una legge – ha concluso il Garante – che nel rispetto della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia non discrimini tra i bambini che nascono in Italia da genitori stranieri ed i loro coetanei italiani. Con i quali già condividono studi, giochi, interessi, linguaggi e aspirazioni. In una parola, la vita».

di Mirella D’Ambrosio

 
 
 

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