Una lieta conclusione dopo settimane di passione. Gennaro Zanfardino, il 21enne di San Pietro a Patierno costretto sulla sedia a rotelle, può finalmente uscire di casa e cominciare le necessarie terapie all’Ospedale Cardarelli utilizzando il famigerato saliscale.
Era stata propria nostra rivista (qui l’articolo) a denunciare il paradosso che andava avanti da settimane sulla pelle di un ragazzo, invalido al 100% a causa di una meningite contratta quando aveva soltanto 5 mesi. A metà dicembre, infatti, la ditta incaricata dal Comune di Napoli aveva montato l’attrezzatura per il trasporto meccanico del giovane all’interno del palazzo di via Paternum 18 nel quale Gennaro risiede con i genitori, senza però completare il collaudo. Tale momento di stasi, durato un mese circa, ha nei fatti relegato nella sua casa al terzo piano Gennaro contribuendo alla sua sofferenza.
«I tecnici ci avevano assicurato che sarebbero bastati due o tre giorni per il collaudo ma così non è stato. Non possiamo più portare in braccio la carrozzina di mio figlio perché la tromba delle scale si è ristretta e non c’è più spazio» aveva denunciato Antonia De Luca, la mamma del ragazzo. Da metà gennaio in poi Comunicare il Sociale ha erudito sulla situazione l’assessore alle Politiche Sociali dell’amministrazione cittadina, Luca Trapanese, compulsato gli uffici competenti del Comune (da quello Welfare a quello del Patrimonio) e chiesto spiegazione sia alla Napoli Servizi che le ditte incaricate affinchè l’anomalia venisse superata. Ad interessarsi della faccenda, anche il consigliere della Settima Municipalità Giuseppe Pistone, costantemente in contatto con la famiglia Zanfardino. La svolta è arrivata lo scorso weekend. I tecnici sono giunti in via Paternum 18, effettuato tutti i passaggi tecnici e attivato il saliscale. Tira un sospiro di sollievo mamma Antonia. «Sono contentissima, finalmente Gennaro potrà effettuare tutte le visite di cui ha bisogno. Ci accingiamo a farle. Nel frattempo, in questi primi giorni ha già preso delle boccate d’aria. Ringrazio tutti quelli che si sono impegnati in questa storia».

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di Antonio Sabbatino

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