ROMA. Le persone affette da osteoporosi sono più di quelle che si possa immaginare. Secondo i dati raccolti dalla campagna “Dai un calcio all’osteoporosi”, infatti, il 13% della popolazione esaminata è risultata  affetta da osteoporosi, mentre il 36% del campione  è osteopenico ,( riduzione della massa ossea, ndr). Lo screening ha coinvolto 3090 persone, che si sono sottoposte spontaneamente alla valutazione del proprio rischio di osteoporosi.  E’ stato rilevato che il 15% ha avuto fratture da trauma a bassa energia (una piccola caduta, ndr), mentre il 20% dei soggetti ha dichiarato casi familiari di osteoporosi. Le persone partecipanti all’iniziativa sono state sottoposte all’ultrasonometria quantitativa al calcagno, un esame non invasivo simile alla M.O.C (Mineralometria Ossea Computerizzata) che valuta la quantità di minerale osseo e la sua resistenza. Insieme a questo esame è stato somministrato il test Frax, un questionario sviluppato dall’OMS per valutare il rischio di fratture in grado di integrare i fattori di rischio clinico e quelli della densità minerale ossea. L’iniziativa rientra nella campagna “Dai un calcio all’osteoporosi”, promossa da Sangemmini e Firmo Fondazione Raffaella Becagli per la ricerca sulle malattie ossee, e presentata in occasione del VII congresso Ortomed che ogni anno riunisce gli specialisti del settore. Si tratta della prima mappatura sulla valutazione del rischio di diffusione dell’osteoporosi in Italia. Gli ultimi dati disponibili risalivano, infatti, ad una precedente ricerca del 2001. «Quest’iniziativa ha contribuito a sensibilizzare migliaia di italiani sui rischi dell’osteoporosi informandoli sulla correlazione tra questa patologia e gli stili di vita», spiega Maria Luisa Brandi, endocrinologa dell’Università di Firenze  e  presidente della Fondazione Firmo.

di Francesca Curcio

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