ROMA. «Il Governo Monti, che dichiara di investire verso i giovani, smentisce se stesso con la spending review». A dirlo è la Consulta Nazionale grazie alla quale, da alcuni anni, i giovani del servizio civile nazionale hanno realizzato un percorso concreto di scelta dei loro 4 rappresentanti con elezioni elettroniche e assemblee elettive e hanno potuto portare le loro idee e proposte alle scelte in materia di servizio civile. Nello stesso arco di tempo sia le Regioni che l’ANCI e il Terzo Settore hanno potuto, grazie alla Consulta del Servizio Civile, portare un contributo concreto alle autonome decisioni statali.

TAGLI INSENSATI – Questo sistema di governance, che niente toglie alla responsabilità di governo degli organi statali, ma che permette loro di avere tutti gli elementi conoscitivi necessari, è stato cancellato con la disposizione contenuta nel decreto spending review all’art. 12, comma 20 dove è prevista la cessazione delle attività, fra gli altri, della Consulta del Servizio Civile: nonostante essa sia costata nel 2011 ben 2.458,00 euro e nel 2010 nemmeno mille euro. «Non siamo, dunque, di fronte a un risparmio di spesa pubblica ma all’operazione politica di tagliare le relazioni fra lo Stato e gli Enti Locali e la società civile organizzata – fa sapere la Consulta – questa visione va rigettata e per questo chiediamo al Governo di ritirare il comma 20 dell’art. 12».

APPELLO A RICCARDI – «Qualora non vi sia un’inversione di rotta, i danni alla governance e alla natura del servizio civile nazionale sarebbero gravissimi e stupisce il silenzio del ministro Andrea Riccardi che ha lodato la funzione della Consulta e nei fatti guarda altrove».

di Rebecca Montini

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