TRAPANI. Per tutelare il delicato ecosistema costiero si sta procedendo con la rimozione manuale del catrame, nonostante le avverse condizioni meteo. La marea nera ha invaso il litorale nord ovest e, sebbene non sia possibile conoscerne l’esatta origine, proviene probabilmente dal lavaggio delle cisterne di qualche petroliera transitata al largo dell’arcipelago. Il rischio di inquinamento petrolifero, infatti, non deriva solo dall’eventualità di incidenti dei cargo, ma anche da attività quotidiane illecite. «Ancora molto deve essere fatto perché si diffonda la consapevolezza della straordinaria importanza e delicatezza dell’ecosistema del mar Mediterraneo – ha affermato il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana – ci auguriamo che il governo regionale e il prossimo governo nazionale, si facciano al più presto promotori di iniziative politiche e culturali di livello internazionale volte a condividere con tutti i paesi del bacino una vera politica di tutela del mare che è stata la culla della nostra civiltà.»
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Intanto, le squadre di Legambiente, insieme con la Protezione Civile regionale e nazionale, specializzate nella pulizia e ripristino dell’ecosistema costiero contaminato dagli sversamenti di idrocarburi, sono sbarcate a Favignana e hanno cominciato questo week end le operazioni di recupero del catrame spiaggiato nei giorni scorsi lungo la costa nord-ovest dell’isola, tra punta Sottile e punta di Ferro, nell’area marina protetta delle Isole Egadi, luogo di straordinaria bellezza e inestimabile valore. I volontari sono gia’ intervenuti su circa un chilometro e mezzo di costa dove procederanno suddividendo la porzione di costa interessata dallo spiaggiamento in piccoli segmenti nei quali opereranno procedendo da monte verso la battigia, per rimuovere manualmente, con l’ausilio di raschietti, palette e rastrelli le chiazze di catrame.
«Per questo intervento i volontari saranno attrezzati con guanti speciali, tute e maschere protettive al fine di conciliare al meglio la tempestività e l’efficacia dell’intervento con la massima sicurezza per gli operatori – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Rossella Muroni – questo specifico intervento viene realizzato a mano, sia per garantire la rimozione della maggior quantità di catrame possibile, sia per evitare eventuali potenziali danni al delicato ecosistema costiero. Le operazioni di recupero e ripristino dell’area contaminata sono infatti decisive per la tutela e la corretta fruizione di questa zona, tanto pregiata quanto fragile, che deve essere necessariamente ripulita con efficienza e tempestività.»

di Mirella D’Ambrosio

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