Il presepe secondo lo scrittore Fabrizio Carmagna «…non è il simbolo della nostra civiltà. Ne è la più aspra critica. E’ il luogo dove ci sono ancora compassione, accoglienza, comunità. E’ il luogo dove egoismo e intolleranza sono banditi». Migliore aforisma per descrivere la storia e la bellezza dei presepi non poteva esserci. Il presepe che nei giorni di festa ha trovato spazio nelle case di molti credenti è riconosciuto come la fedele rappresentazione della sacra famiglia e della nascita di Gesù Cristo e per i più credenti rappresenta la rinascita nella fede cattolica. A Napoli, la tradizione nel tempo ha contestualizzato il presepe alla vita quotidiana fino a trasformarla in una vera e propria arte, quella presepiale, nata nel ‘700 ed apprezzata dai tanti turisti che in questi giorni hanno invaso Napoli e San Gregorio Armeno proprio per toccare con mano la bellezza dei pastori curati nei minimi dettagli e dei personaggi che, da queste parti, vengono rappresentati e rapportati alla dimensione presepiale. Questa passione molto diffusa nel napoletano ha contagiato sin da piccolo anche un ufficiale dell’Esercito Italiano, il tenente colonnello Vincenzo Sposito il quale, proprio a Napoli mosse i primi passi della sua carriera militare presso la Scuola Militare Nunziatella (uno degli istituti di formazione più antico d’Europa fondato nel 1787 da Ferdinando di Borbone) e proprio nella città partenopea da adolescente iniziò ad apprezzare l’arte presepiale. Una passione trasmessa da amici di famiglia che ha sapientemente e segretamente coltivato nel tempo e che recentemente lo ha visto protagonista di una bellissima iniziativa di beneficenza. Tutto nasce nell’ambito lavorativo quando alcuni commilitoni scoprono dei piccoli presepi realizzati da Sposito nel tempo libero, delle vere e proprie perle di rara bellezza che lasciano incantato chiunque le ammiri. Da qui l’idea di realizzare un’opera per raccogliere fondi a favore dei bambini degenti nel reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Casa del Sollievo di Padre Pio in San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia.

L’idea piace e coinvolge tanti militari dell’Esercito Italiano che spontaneamente sostengono l’iniziativa di Vincenzo Sposito. In silenzio e con il rispetto che contraddistingue il mondo militare parte una vera e propria gara di solidarietà che raggiunge anche i militari all’estero tra questi il Ten.Col. Dino Pirina (anch’egli ex allievo della Nunziatella) di stanza in Turchia. Il cuore e la generosità dei Soldati italiani sono state delle virtù sempre apprezzate in qualsiasi epoca e circostanza ed anche in questo caso queste nobili virtù sono emerse: i due ufficiali decidono di donare l’opera di Vincenzo Sposito al nosocomio foggiano, l’iniziativa viene accolta con il favore e gratitudine dal direttore amministrativo della Casa di Sollievo e della Sofferenza di San Giovanni Rotondo,  il dott. Michele Giuliani. Il presepe dei “soldati dell’Esercito” alberga tra quelle stanze in cui il dolore e la sofferenza dei piccoli degenti sono la quotidianità, con la speranza che quest’opera possa portare quel messaggio di fede che il presepe da sempre tramanda e possa lenire l’angoscia di chi affronta la malattia.

di Genny Galantuomo

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