Stanno salpando, proprio in questi giorni. La prima volta, per molti di loro: la prima volta di tutto. La prima volta a bordo di una nave, vento e sole in faccia, oltre le barriere, la prima volta a relazionarsi con una normalità possibile, o almeno quasi.
Si chiama Lorkinos, un tempo era scenario di crimini e illegalità e invece oggi il suo scopo e il suo destino sono stati totalmente stravolti. È un ex peschereccio e sarà ormeggiata a Nisida la nave ammiraglia di una flotta che è divenuto un hub e un palcoscenico galleggiante destinato ad ospitare attività sportive, formative e culturali organizzate e pensate per coinvolgere attivamente persone con disabilità. Un supporto alla disabilità e alla diversità, un modo per iniziare a pensare fuori dagli schemi e a mettere in atto nel concreto una serie di interventi a supporto delle persone che hanno difficoltà sia motorie che cognitive.
Il Lorkinos è stato varato qualche settimana fa nella darsena della Marina Militare a Napoli, contestualmente alla presentazione del progetto basato sull’utilizzo dell’imbarcazione ideato da Isolahabile, la prima realtà sportiva e turistica dedicata al mondo delle disabilità. Adesso stanno iniziando le prime uscite nel Golfo, tra navigazione e attività laboratoriali usufruendo del potenziale donato dal riadattamento degli spazi e della struttura dell’imbarcazione, trasformata in una enorme “culla” per ospitare persone con disabilità, anche in carrozzina, una cosa impensabile fino ad ora per ovvi limiti strutturali.
Ma perché accostare una simile realtà proprio alla disabilità? Lasciando a parte le attività e la parte strutturata dell’intero impianto progettuale, da cosa prende le mosse una tale idea? «Amo il mare e la nautica; anni fa mi chiesero se riuscivamo a far fare un giro pomeridiano ad una coppia che aveva un adolescente disabile. Ecco, quel pomeriggio mi colpì particolarmente». A rispondere è Marco Enrico Perillo, amministratore della società e ideatore del progetto, che incalza: «Abbiamo quasi concluso la fase di programmazione delle prime uscite con progetti già avviati e siamo pronti per salpare». Per Perillo, che sta portando avanti questo progetti anche insieme ad altri soci, tra questi Osvaldo Maniaci, Lorkinos «non è solo un’imbarcazione, ma un simbolo di trasformazione e di speranza, sia per l’impiego che ne viene fatto in favore delle persone con disabilità, sia perché la nave è un bene appartenuto a esponenti della criminalità organizzata e poi confiscata alla malavita. Quindi in qualche modo da simbolo del potere mafioso è stata trasformata in un laboratorio galleggiante di legalità, inclusione e di cittadinanza attiva».
Per molte delle famiglie di ragazzi e giovani adulti con disabilità, Lorkinos è anche una trampolino per pensare a una «normalità possibile».
A spiegare meglio questo concetto è Teresa Montella, uno dei referenti dell’associazione Autismo Sociale, mamma di un ragazzone di 25 anni autistico a basso funzionamento che racconta quanto sia importante questo tipo di attività nella vita di persone con disabilità e per le loro famiglie. «Al di là di quello che si riesce a fare nel concreto, che è ovviamente importantissimo, quello che è importante per noi è essere “visti”. I nostri ragazzi quando compiono 18 anni, quando la scuola finisce e le attività che anche se a fatica riusciamo a far fare loro vengono interrotte con la chiusura del ciclo di studi, viviamo una sorta di abbandono al quale è impossibile adeguarci. Avere qualcuno che vede la tua difficoltà e che si mette in moto per te, per dare un’opportunità alla vita di tuo figlio e che quindi in questo modo la dà anche a te genitore caregiver, cui spesso è delegato tutto il lavoro di ricerca di attività a sostegno per l’attuazione di una vita degna di esse vissuta, è veramente importante, perché non ci fa sentire soli».
«Non sono le caratteristiche individuali a limitare le capacità delle persone, ma le barriere poste dalla società» ribatte dal canto suo Perillo, che tra l’altro è anche fondatore di Isolahabile. E proprio per combattere le barriere, non solo quelle strutturali, si è pensato ad un luogo accessibile dove poter vivere esperienze educative, sportive e culturali senza riserva alcuna.
A monte del progetto ma anche in questi giorni, si è al lavoro per creare ponti e sinergie con associazioni e realtà del Terzo settore, con gli Enti, con i volontari. Il protocollo d’intesa sottoposto alle parti prevede anche laboratori formativi di 2 o addirittura 4 giornate che integrino didattica nautica, scambi culturali e inclusione territoriale.
Un’iniziativa meravigliosa che promuove l’inclusione, l’accessibilità e la valorizzazione delle risorse locali. Con un occhio di riguardo, sempre e come unico faro, al mondo della disabilità nella sua interezza.
Su quanto realizzato, si è espresso anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un videomessaggio diffuso a margine del varo ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, definendo il Lorkinos come «una nave ammiraglia dell’accessibilità, un laboratorio sociale e umano dove il mare diventa spazio di diritti, di sogni e di partecipazione attiva».
A lungo termine saranno organizzate anche iniziative di promozione della terapia occupazionale attraverso il lavoro e l’arte.
di Nadia Labriola

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