NAPOLI – Calcio di chiusura per l’ADT Summer League, il torneo ideato da un gruppo di giovani del rione Sanità, per fare comunità e promuovere la solidarietà tra i quartieri di Napoli e i valori autentici dello sport. Lunedì 9 luglio si è conclusa la terza edizione – iniziata lo scorso 22 maggio, nel campo ASD Materdei –, che ha visto trionfare la squadra del Real Vittoria. «Il bilancio di questa edizione è più che positivo e sicuramente il prossimo anno ripeteremo l’esperienza – racconta a Comunicare il Sociale Davide Marotta, uno degli organizzatori –. Ad ogni partita abbiamo registrato un’affluenza di almeno 200 persone, con punte di 600 nelle giornate in cui hanno giocato le squadre di casa, quelle del rione Sanità e di Materdei, e durante le fasi finali. Abbiamo puntato molto sul coinvolgimento di varie zone della nostra città, dai Quartieri Spagnoli a Piazza Mercato, fino a Scampia, per creare aggregazione e legami forti. E poi abbiamo voluto dare un segnale contro il razzismo con la partecipazione dell’Afro-Napoli United», la squadra multietnica che favorisce l’integrazione attraverso il calcio. Il torneo ha avuto, inoltre, una finalità benefica: «Grazie al sostegno dei commercianti della Sanità, che hanno sponsorizzato l’iniziativa, e dei partecipanti, che hanno versato una quota di iscrizione, abbiamo devoluto 1500 euro all’associazione Vodisca teatro di Scampia, che lavora con i bambini». L’assegno è stato consegnato dopo la finale di lunedì, alla presenza dell’assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, del presidente della Terza Municipalità, Ivo Poggiani, e dell’assessore allo Sviluppo del territorio e Giustizia sociale della Terza Municipalità, Carmela Sermino. Ad arricchire la festa i fuochi d’artificio e le specialità gastronomiche dolci e salate offerte dagli sponsor. «È stato un momento molto bello, perché il presidente di Vodisca teatro ci ha spiegato che, grazie alla nostra donazione, a settembre l’associazione riuscirà ad avviare una nuova attività, aumentando la sua programmazione. Con questo gesto abbiamo voluto lanciare un messaggio: l’importanza di darsi una mano ‘dal basso’, con una zona difficile come la Sanità che ha aiutato i piccoli di Scampia a realizzare un sogno. Alla serata abbiamo invitato anche Antonio Cesarano, il papà di Genny, che era un ragazzo del nostro quartiere: sono sicuro che se fosse stato vivo sarebbe stato lì con noi a giocare».

di Paola Ciaramella

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui