PALERMO. Corleone chiede scusa ai familiari delle vittime di mafia per «il sangue che è stato versato» per mano dei boss corleonesi, a cominciare da Totò Riina e Bernardo Provenzano. La singolare iniziativa è del sindaco della cittadina in provincia di Palermo Leoluchina Savona che ha scritto una lettera aperta letta nell’ambito del Festiva della legalità in occasione del ventesimo anniversario dell’arresto di Riina. «Corleone non è più il paese di Totò Riina -scrive il primo cittadino- ma quello di Ninni Cassará, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Mario Francese, Antonino Saetta e tutte le altre vittime di cosa nostra».
PERDONO – Nel ventesimo anniversario dell’arresto del capo dei capi il sindaco di Corleone ha voluto simbolicamente consegnare la città ai familiari delle vittime della mafia. «Chiedo loro perdono per l’uccisione dei loro cari -ha insistito il sindaco- vi chiedo scusa a nome di tutti i corleonesi, vi chiedo perdono per il sangue che è stato versato. Quel sangue, però, non è stato versato invano: nei vent’anni che ci separano dall’arresto di Totò Riina, nei sette che fra poco si compiranno dalla cattura di Bernardo Provenzano, quel sangue è servito a tutti noi per ricordare che una sola può essere la strada, uno solo il campo da scegliere in questa guerra».
VIA GIULIANO – Nell’ambito della giornata della legalità è stata intitolata una strada alla memoria di Boris Giuliano, un’altra sarà dedicata a Ninni Cassarà. «Oggi -ha detto il sindaco ai familiari delle vittime di mafia- vi consegno ciascuna strada, ciascun vicolo, ciascuna casa di Corleone: ve le consegno con l’impegno di essere i vostri fratelli, i vostri genitori, i vostri mariti e mogli che vi sono stati strappati dalla ferocia dei boss. Prendetela, riconquistatela insieme a noi».

di Redazione Online (corriere.it)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui