K-labREGGIO EMILIA – Ecco K-lab, un laboratorio diversamente creativo che sviluppa progetti di comunicazione e design di alto profilo lavorativo con le capacità inaspettate di un gruppo di ragazzi diversamente abili, riconoscendo loro valore professionale e canalizzando le loro risorse in modo produttivo verso il mondo del business. Mira a dare dignità e giusto riconoscimento economico al loro talento. Un progetto dove la differenza diventa una risorsa.
K-lab è oggi è un’Aps, e nascerà ufficialmente il 25 ottobre con l’evento “Mi illumino di immenso”, curato da K-lab con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia. Dalle ore 18 di venerdì 25 fino alle ore 20 di domenica 27 ottobre, presso la Chiesa di San Carlo a Reggio Emilia, al silenzio saranno date parole e forme attraverso, una mostra-performance di light design e si racconteranno storie, emozioni, attimi di vita.
K-lab nasce dalla volontà di una mamma – designer. Oggi è formato da un gruppo di volontari che hanno scelto il volontariato di competenza, impegnando le loro professioni nel progetto dei laboratori creativi, per “fare business con il cuore”.
Questi i volontari che hanno messo a disposizione la loro esperienza: Annalisa (mamma speciale, ideatrice del progetto ed Art Director), Alessandro (manager di un’agenzia di comunicazione), Brunetta, Agnese (“filosofa pratica”), Laura (architetto si occupa di marketing e pr è stata per anni direttore marketing di una multinazionale), Enrica (psicologa e fund-raiser), Alessio (blogger e social), Anna (commercialista), Eliana alla segreteria, e tanti altri.
Gli obiettivi di K -lab sono: canalizzare la speciale creatività di questi ragazzi disabili in progetti di comunicazione e design di alto profilo, per presentarli alle aziende e alle istituzioni in un progetto di business etico.
Una forte innovazione, quindi, nel mondo del volontariato, non più assistenzialismo fine a se stesso, ma una chiara proiezione nel mondo del lavoro, della produttività e quindi dell’economia. Fare economia in modo sostenibile ed etico. Creare valore economico e quindi riconoscimento sociale, affinché i disabili siano riconosciuti come individui produttivi e non più come “ pesi” per la società. «K-Lab è un progetto innovativo che parla dell’esistenza di un futuro intelligente per i ragazzi diversamente abili», dichiara Matteo Sassi, Assessore politiche sociali del Comune di Reggio Emilia. «Ciò che mi ha colpito del progetto, è l’intuizione profonda circa la necessità di valorizzare le competenze, le aspirazioni e la volontà di ogni ragazzo e di ogni ragazza. Il successo sta nel mettere tra parentesi la disabilità, la patologia. Lontano da stereotipi, luoghi comuni e banalità si estende la città del futuro, dove il lavoro torna a essere motivo di orgoglio e di dignità sociale. I “ragazzi zitti”, grazie al loro impegno e al loro talento, avranno come chiunque altro un posto in questa società. Saranno anche loro uomini e donne del domani».
I ragazzi di K-lab hanno un’età che varia dai nove anni di Martino a oltre i 40 anni di Marco, ma in maggioranza sono in età adolescenziale. I più ragazzi più grandi utilizzano la tecnica da oltre 10 anni.
Annalisa, la mamma fondatrice di K-lab, ci racconta com’è nata l’esigenza di creare K-Lab. «Ho scoperto un mondo per me sconosciuto, incontrato menti raffinate chiuse in corpi ostili. Hanno una distanza dalla vita che rende i loro pensieri riassuntivi, assoluti. Dosano con sapienza ogni termine. Meritano di essere riconosciuti e di potere lavorare con il loro cervello e non facendo, per passare il tempo, qualche lavoretto con le mani, che non sanno tra l’altro usare in modo adeguato».
Laura aggiunge: «Quando ho conosciuto Annalisa e mi parlato del progetto, ho finalmente realizzato quello che credevo un sogno. Il mondo del no profit dovrebbe uscire dalle logiche del volontariato occasionale, di persone speciali che rubano tempo alla loro professione e al privato per aiutare. Fare volontariato di competenza per me vuol dire questo, mi occupo di marketing e strategia nella mia professione e quindi anche per K-lab. Trasformo con il gruppo di K-Lab quest’idea in un progetto che generi business per le aziende e per l’associazione».

di Paola Amore

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