Restare confinati per un mese in due stanze dell’ospedale Cotugno situate a pochi metri di distanza senza potersi mai vedere, perché le cure anti Covid-19 presuppongono anzitutto l’isolamento. Poi, una volta sconfitto il virus grazie alla bravura dei medici, vengono dimessi lo stesso giorno, non prima però di essersi finalmente riabbracciati. In un mare di sofferenza e angoscia per la pandemia in corso in tutto il mondo, c’è spazio anche per le storie a lieto fine. Questa che raccontiamo coinvolge Antonio A., 62 anni, e Giovanni A., 34 anni, padre e figlio residenti nella periferia di Napoli.
I due vengono ricoverati soltanto a due giorni di distanza l’un l’altro. Giovanni arriva al Cotugno il 16 marzo, colpito da febbre e da tosse che lo tormentano oramai da 10 giorni nonostante la tachipirina ogni tanto faccia attenuare il malanno. Soltanto a seguito del trasferimento in ambulanza al nosocomio specializzato in malattie infettive Giovanni viene sottoposto al tampone, con il test che rivela la sua positività al Coronavirus. A 48 ore di distanza, il 18 marzo, il Cotugno accoglie anche il papà Antonio, con sintomi simili e anche lui colpito da Covid-19. Entrambi sono in sub intensiva, coscienti e in condizioni tutto sommato accettabili. Antonio e Giovanni si trovano nello stesso reparto, quasi vicini di stanza ma chiaramente non possono assolutamente neanche sfiorarsi: una ulteriore beffa. Ma il destino a volte restituisce quello che toglie e a un mese di distanza, ieri 15 aprile, la storia si contorna di un finale rosa. I medici e gli infermieri del Cotugno preparano l’incontro tra padre e figlio che possono così tornare ad incontrarsi, abbracciarsi e, soprattutto, tornare a casa perché tutti e due guariti dal Coronavirus. In un video diventato oramai virale sui social, si vedono i sanitari del Cotugno applaudire il ricongiungimento di Antonio e Giovanni. Nel filmato si ascolta anche una voce di uno dei medici dire «Potete tornare a casa». Ora, padre e figlio dovranno restare in isolamento domiciliare per altri 14 giorni.
Antonio ritorna nella sua abitazione di un comune della provincia di Napoli mentre Giovanni, di professione guardia giurata, rientra al parco Ice Snei di Miano dove viene accolto dagli applausi degli altri condomini affacciati al balcone e dalle note di “Abbracceme’’ di Andrea Sannino (che sui suoi canali social condivide con i suoi followers l’emozione scaturita dal ritorno a casa di padre e figlio). Ad organizzare il momento, emozionante, l’associazione Miano Protagonista che ha seguito in questo mese la vicenda di Antonio e Giovanni. «Dal Coronavirus si può guarire, io ne sono la testimonianza diretta. Un grazie ai medici del Cotugno che oltre ad essere dei bravi professionisti sono persone eccezionali, qualcuno sta dando una mano anche se assegnati ad altri reparti» dice Giovanni, sostenuto dalla moglie Chiara la quale, con un senso di responsabilità notevole, si è auto isolata dal momento in cui suo marito ha accusato sintomi tali da necessitare il ricovero al Cotugno.

di Antonio Sabbatino