Vivere la sfida della didattica a distanza tra le mura di un carcere. Anche se quel carcere è un istituto di custodia attenuato per madri, una realtà più ovattata e protetta, per un bambino studiare non ‘in presenza’, con scuole chiuse e una pandemia in corso, può trasformarsi in un’attività complessa.

LA COOPERATIVA – All’Icam di Lauro, che attualmente ospita sette detenute e otto minori, sono tre i piccoli che stanno affrontando il loro percorso scolastico attraverso la Dad; bambini di 7 e 9 anni, alunni di seconda e terza classe della scuola Primaria che, da quando il Covid ha scombussolato le esistenze anche e soprattutto all’interno di strutture come questa, riescono a portare avanti i programmi scolastici e a rimanere al passo con la didattica grazie ad un’aula loro dedicata, a tre computer attraverso i quali possono seguire le lezioni virtuali e all’assistenza di educatori. «Il Covid – spiega Mena Chiavazzo della Cooperativa Eco di Scafati che dal 2018 porta avanti progetti per madri e bambini dell’Icam – ha rivoluzionato le vite anche all’interno dell’istituto. Nella fase acuta, quella del lockdown, abbiamo dovuto fermare ogni attività intrapresa con madri e bambini. Poi, una volta autorizzati, si è dovuto riannodare quel filo spezzato e abituare i bambini al distanziamento e al fatto che gli educatori avessero il viso coperto da una mascherina».

ECO DI EMOZIONI – Le attività della Cooperativa Eco non si fermano all’aiuto nella didattica con Dad e al doposcuola pomeridiano per i piccoli ospiti dell’Icam ma riguardano anche le madri. Madri che vengono aiutate nel loro percorso di «consapevolezza genitoriale» e di relazione empatica con i bimbi attraverso lo strumento della creatività: «Arte, pittura, disegno – spiega Mena Chiavazzo – utilizzati per unire mamme e figli col supporto di chi lavora già nel carcere e in equipe con i nostri operatori». L’ultima iniziativa lanciata per l’Icam di Lauro dalla Cooperativa Eco è il bando «Un’eco di emozioni: percorsi resilienti di potenziamento emotivo» che scade l’8 febbraio e che è il naturale proseguo di un progetto precedente (‘Il mondo incantato’) impostato sulla creatività come veicolo di emozioni. Il bando rientra nel Servizio civile universale e riguarda dieci operatori tra i 18 e i 28 anni che vogliano cimentarsi con la realtà complessa dell’istituto di custodia attenuato; un progetto annuale per la realizzazione di laboratori artistici e non solo, che aiutino adulte e minori a «ridurre il disagio» cimentandosi con lavori educativi. L’Icam di Lauro è una struttura inaugurata nel 2017 che era prima destinata ai detenuti tossicodipendenti; non ha celle ma mini appartamenti autonomi per madri e figli e un sistema di sorveglianza nascosto ai bambini. Una micro realtà in cui i problemi esterni, come un’epidemia sanitaria, rischiano spesso di essere amplificati, soprattutto per chi tra quelle mura sta vivendo la propria infanzia.

di Bianca Bianco