Un respiro su due lo dobbiamo agli oceani. A dirlo sono i numeri che rivelano come la metà dell’ossigeno che respiriamo è prodotto dagli oceani che, contestualmente, assorbono anche il 30% dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera mitigando così gli effetti del cambiamento climatico. Come se non bastasse grazie alle loro correnti riusciamo a distribuire il calore del sole tra i poli e i tropici.

Diamo ancora qualche numero per capire l’importanza di una Giornata mondiale in difesa degli oceani, celebrata l’8 giugno,  che, proposta per la prima volta durante la conferenza di Rio de Janeiro, è stata istituita formalmente solo nel dicembre 2008 dall’Unesco. Il 95% dell’acqua che ricopre i due terzi del nostro pianeta è salata, per questo gli oceani sono l’habitat terrestre più esteso che ospita l’80% delle specie viventi. Anche l’uomo dipende dagli oceani visto che, secondo i dati pubblicati sul sito delle Nazioni Unite, più di 3 miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento.

Se non bastasse, gli oceani sono anche il nostro miglior alleato per combattere i cambiamenti climatici visto che, dall’inizio dell’era industriale, hanno assorbito circa 525 miliardi di tonnellate di CO2, che equivalgono al 93% dei gas serra. Un ruolo fondamentale di cui però hanno pagato il prezzo visto che le acque oceaniche si sono acidificate del 26% in più rispetto all’era preindustriale. Eppure abbiamo trattato mari e oceani come discariche senza fine in grado di inglobare e nascondere gli scarti di una produzione usa e getta. Oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nei nostri oceani ogni anno, un ritmo che, se non interveniamo, ci porterà nel 2025 a toccare le 17 milioni di tonnellate.

Recentemente l’associazione ambientalistica Ami-Ambiente Mare Italia ha presentato i dati del suo monitoraggio dei rifiuti di plastica raccolti sulle spiagge durante l’Italian Cleaning Tour-Ict, il giro di Italia, realizzato grazie al contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, per ripulire dai rifiuti le spiagge e per monitorare la presenza di plastica e di altri agenti inquinanti sulle coste italiane. “Durante il monitoraggio – ha commentato Alessandro Botti, presidente di Ambiente Mare Italia – abbiamo verificato l’incidenza dei rifiuti di plastica sull’ambiente costiero e in modo particolare abbiamo verificato come oltre l’80 per cento dei rifiuti rinvenuti sia composto da rifiuti di plastica e mozziconi di sigarette“.

Secondo i dati raccolti da Ami, su 100 chilometri di coste monitorate, la plastica continua ad essere la minaccia principale per il mare ed è presente in tutte le zone oggetto del monitoraggio. Sono sette le tipologie di rifiuti di plastica e agenti inquinanti ritrovati durante le azioni di monitoraggio: bottiglie di plastica, presenti per il 15,7% del totale dei rifiuti, mozziconi 3,6%, brandelli di buste di plastica e buste integre 22%, cannucce e stoviglie monouso 6%, cotton fioc 4,5%, reti e attrezzature da pesca 15 % e altri oggetti, 33%, come dispositivi di protezione individuale, contenitori di plastica, polistirolo e altri.

In totale sono state raccolte oltre tre tonnellate di rifiuti di plastica: 523 kg di bottiglie di plastica, 12 kg di mozziconi di sigarette, 750 kg di buste di plastica e brandelli, 200 kg tra cannucce e stoviglie monouso, 15 kg di bastoncini di cotton fioc, 500 kg tra reti e attrezzatura da pesca e una tonnellata di altri rifiuti inquinanti. “Durante il nostro viaggio di monitoraggio delle coste del Centro e Sud Italia – ha continuato Botti – abbiamo organizzato molte giornate di impegno civile con il coinvolgimento di migliaia di cittadini, studenti e degli Enti territoriali per sensibilizzare tutti sull’importanza che il mare ha nella vita di tutti noi, perché preservare la biodiversità marina – ha sottolineato ancora – non è solo una necessità, ma è una priorità. Ami continuerà con il suo impegno per la riduzione dell’uso della plastica monouso e nella sua proposta già accolta da alcuni Comuni costieri, chiede una legge per il divieto del fumo in spiaggia per limitare l’inquinamento dei mozziconi”. (fonte dire.it)

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