Si è tenuto nei giorni scorsi, nelle sale del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), l’incontro pubblico con il Ministro Cingolani, per parlare di ambiente e cambiamento climatico.

Appuntamento fortemente voluto dalle associazioni ambientaliste come Extinction Rebellion, in guerra aperta con le Istituzioni che, secondo loro, non stanno dando risposte concrete nella lotta alla crisi climatica in corso. Anche in questo caso, sembrano restare distanti le vedute sul tema. Il Ministro, di fronte alla richiesta di azioni radicali, e inevitabilmente impopolari, ha voluto precisare come la strategia del Governo abbia un approccio completamente diverso, sicuramente più votato a trovare un compromesso tra crisi ambientale e crisi economica e sociale. In uno Stato di diritto, spiega il Ministro, non è possibile attuare politiche fortemente restrittive. L’arma della tassazione, non abbastanza efficace per le Associazioni, è l’unico deterrente utilizzabile nel breve periodo per limitare l’impatto di produzioni o beni particolarmente inquinanti, avendo cura, però, di non ledere gli equilibri economici e sociali di nessuna categoria. Il punto su cui concordano entrambe le parti è l’urgenza di una risposta efficace all’impellenza di arginare il sopraggiungere veloce del punto di non ritorno climatico; praticamente, il ciglio del precipizio. Anche il Ministro, già parte della comunità scientifica, ha ricordato che l’inquinamento ambientale, causato dalle attività umane, si può racchiudere in un tempo di 30 secondi in una giornata di 24 ore, rappresentata come l’intera vita del Pianeta. Sul come ci si stia preparando ad affrontare gli ultimi secondi che ancora abbiamo, non c’è accordo, e non solo tra le Associazioni e i Governi, ma tra le Nazioni stesse; non c’è una strategia comune per affrontare una sfida epocale, che si può vincere solo tutti insieme e remando tutti dallo stesso lato. Anche il Ministro ha voluto esprimere tutta la sua preoccupazione per il futuro della Terra, ritenendo che le misure prese a livello globale non siano sufficienti: “Sono più preoccupato per la situazione globale che per quella Italiana, ma in fin dei conti stiamo sempre sullo stesso Pianeta…” aggiungendo che “L’Italia è l’unico Paese dell’UE ad aver raggiunto il traguardo stabilito di efficienza energetica”. Difficile sperare di trovare un accordo con chi è così distante dai nostri gold standard, come i Paesi in via di sviluppo, che oggi contribuiscono significativamente all’aumento della temperatura del Pianeta. Non raggiungere un accordo universale e vincolante espone tutte le economie, che producono in maniera ecosostenibile, al rischio di concorrenza insostenibile, ha spiegato il Ministro, in quanto produrre a spese dell’ambiente sarà sempre economicamente più vantaggioso. L’emergenza in cui ci troviamo, a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, contribuisce a mettere in serio pericolo la transizione energetica, ma il Ministro ha voluto rassicurare su come si stia provando ad affrontare le necessità del momento, senza dover cambiare la rotta tracciata.

Si conclude senza passi in avanti anche questo incontro. Concordi le parti sulla necessità di informare maggiormente la popolazione, ancora poco cosciente degli scenari che ci attendono in un futuro ormai prossimo. Mano tesa, dunque, tra il Ministro Cingolani e le Associazioni, per stilare una lettera informativa che spieghi, in maniera comprensibile a tutti i cittadini, i dati dei report dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite sul Clima. Punto di partenza per sensibilizzare l’opinione pubblica a cambiamenti che, prima o dopo, in coscienza o per forza, stravolgeranno le nostre vite. Politiche audaci che bisognerà attuare con il coraggio di affrontarne tutte le conseguenze, economiche e sociali. Scegliere consapevolmente oggi per non subire inermi domani.

di Valerio Orfeo

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