QATAR. E’ partita oggi, a Doha, la 18a Conferenza delle Parti Onu sul cambiamento climatico. Oltre 17mila i delegati attesi al Qatar National Convention Centre della capitale dell’emirato per un evento internazionale che dovrebbe mettere le basi per gli impegni futuri della comunità internazionale per combattere l’inquinamento globale. Nonostante il primo periodo del Protocollo di Kyoto sia in scadenza e nonostante gli impegni presi nelle ultime Conferenze delle Parti per contrastare l’aumento delle emissioni e per sostenere l’adattamento delle comunità umane ad un clima impazzito, i passi in avanti fatti dai Governi membri delle Nazioni Unite sono ancora ben lontani da quello che la comunità scientifica chiede da tempo: per mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C, considerati dalla comunità internazionale un limite da non superare, il picco massimo delle emissioni si dovrebbe raggiungere nel 2015, anno a cui dovrebbe seguire una rapida diminuzione. Ma sebbene la crisi economica, la diminuzione dei consumi e la rivoluzione delle rinnovabili stiano contribuendo a contenere le emissioni, queste a livello globale continuano pericolosamente a salire.
INVERTIRE LA ROTTA. «Gli eventi estremi e le catastrofi cui stiamo assistendo-  sottolinea Alberto Zoratti, dell’organizzazione dell’economia solidale Fairwatch- hanno dimostrato come il tempo stia scadendo. Per contrastare efficacemente questo disastro è necessaria una presa di responsabilità dei Governi, sia dal lato dei finanziamenti dando gambe al Green Fund che fino ad oggi stenta a partire in modo efficace, sia attraverso una reale sostenibilità nella politica energetica ed economica- continua Zoratti-. L’Unione Europea, dovrebbe alzare i propri obiettivi di riduzione ben oltre il 20% entro il 2020, per raggiungere come chiesto a più voci almeno il 30%, per arrivare al nostro Governo, che dalla proposta di Strategia Energetica Nazionale dimostra come abbia intenzione di continuare a sostenere lo sviluppo di un’economia fossile, basata sul gas e sulle trivellazioni petrolifere, lasciando libertà di azione a colossi come Enel o Eni».

di Walter Medolla

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