MADRID. Da 450 giorni due operatrici umanitarie spagnole di Medici senza frontiere, la catalana Montserrat Serra Ridao (41 anni) e la madrilena Blanca Thiebaut (31), sono nelle mani di un gruppo di somali. Il rapimento è avvenuto il 13 ottobre 2011 in Kenya mentre lavoravano nel campo profughi di Ifa, uno dei tre intorno a Dadaab.

MEDICI SENZA FRONTIERE. Entrambe al momento del sequestro erano impegnate a dirigere la costruzione di un nuovo centro ospedaliero a Dadaab dove, tra l’altro, lavorava il medico italiano Mauro D’Ascanio, che, a sua volta, era stato rapito in Sudan nel 2009. Le due donne, immediatamente dopo il rapimento, sono state portate in Somalia (Dadaab dista più o meno cento chilometri dal confine) e subito dopo vendute a un altro gruppo che sperava di ricavare un buon riscatto. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, in questi mesi sono passate dì mano almeno tre volte. La loro vita non è in pericolo (per i somali gli ostaggi hanno un valore finché sono vivi) ma le sofferenze che hanno passato in questi mesi sono indicibili, secondo una fonte somala che ha potuto passare un po’ di tempo con loro. «Le due donne hanno chiesto di non essere abbandonate, di parlare di loro e del loro caso», ha raccontato inoltre un informatore del Corriere.
5 MILIONI. II gruppo che le ha catturate a Dadaab era formato da tre pirati «esperti» in rapimenti. Tre criminali  arrivati dalla costa che, evidentemente, nel campo profughi avevano dei basisti. Hanno sparato contro la macchina su cui viaggiavano le due donne ferendo gravemente l’autista e costringendolo a fermarsi. Prima di Capodanno le due donne sono state spostate in un villaggio vicino a El Dehere, in prossimità della costa. La cifra per il riscatto è di cinque milioni di euro: le trattative sono cominciate pochi giorni dopo il rapimento ma è politica di Msf di non pagare mai riscatti, come sostengono i suoi dirigenti. Si sono quindi presto arenate. Monserrat e Blanca non erano protette da nessuna sicurezza privata, come invece è comune accortezza in Kenya. Infatti il direttore operativo di Msf a Nairobi, Raquel Arroyo, subito dopo il rapimento aveva dichiarato di «non considerare gli uomini della sicurezza privata un incremento della sicurezza generale».

di Francesco Gravetti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui