GENOVA. «Facilitare l’accesso a tutti senza barriere architettoniche». A chiederlo è la Cassazione con la sentenza 18334 – in cui si esorta a non essere rigidi nell’osservanza dei regolamenti condominiali quando il loro rispetto finisce per diventare «irragionevole». I supremi giudici osservano che è «ormai superata la concezione di una radicale irrecuperabilita’ dei disabili» e la «socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la loro salute, tale da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura e riabilitazione».
L’EPISODIO. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un condominio di appartamenti di La Spezia che ha fatto ricorso contro l’ordine di smontare l’ascensore che avevano installato per consentire una più agevole mobilità a due anziani che abitavano all’ultimo piano. Per far spazio all’ascensore era stata ristretta la rampa di scale e l’inquilino del primo piano si era rivolto alla magistratura sostenendo che l’architettura del villino era stata alterata e che, adesso, nelle scale non sarebbe potuta passare una barella di soccorso. Per la Suprema corte l’ordine di smontare l’ascensore deve essere sospeso e l’unica valutazione che dovrà rifare la Corte d’Appello di Genova è solo quella per esaminare se ci sono ancora le condizioni per il passaggio di un’eventuale barella, altrimenti per la Cassazione non ci sono norme che possono vietare l’installazione di mezzi che facilitano la vita dei disabili.

di Davide Domella

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