PALERMO. Anche a Palermo, dopo anni di attesa le donne migranti in stato di gravidanza, titolari di un permesso di soggiorno di durata superiore a tre mesi, avranno adesso il diritto di chiedere l’iscrizione anagrafica.

LA DENUNCIA. Negli ultimi anni, nel capoluogo isolano, erano arrivate diverse segnalazioni, da parte di associazioni che curano i diritti dei migranti, relative proprio alla errata interpretazione della legge (art. 19 del Testo Unico sull’immigrazione) da parte degli uffici anagrafici del Comune di Palermo.  «A seguito di un approfondito riscontro abbiamo immediatamente provveduto ad eliminare tale errore che negli ultimi anni ha penalizzato molte donne che hanno visto violato il proprio diritto – ha detto l’assessore comunale alla Partecipazione e ai Servizi demografici Giusto Catania -. A seguito di una sentenza della Corte Costituzionale il divieto di espulsione si estende anche al marito convivente della donna in stato di gravidanza e nei sei mesi successivi alla nascita del figlio. Il ripristino di questo diritto, oltre a rendere possibile la fruizione di interventi sociali rivolti ai neonati, favorirà le procedure per l’ottenimento della cittadinanza italiana».

di Francesco Gravetti

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