BOLOGNA. Proseguirà fino al 18 Agosto il ramadan per i musulmani. Il terremoto e le difficoltà di vita nelle tendopoli non fermano la solidarietà e la preghiera. In Emilia, dove la presenza di stranieri in accampamenti temporanei è alta – soprattutto musulmani – si sono organizzate affinché si possano seguire le regole religiose. E così, chi vorrà, potrà aderire al ramadan, con fasi di digiuno e preghiera. Il tutto è stato reso possibile in seguito ad una riunione organizzata dalla Dicomac ( direzione di comando e di controllo), allestita a Bologna, con Centri di coordinamento provinciali di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio Emilia.

DIGIUNO E ASSISTENZA AI TERREMOTATI – A Carpi, Fossoli e Cortili, i volontari della protezione civile e della Croce Rossa hanno lavorato per garantire lo svolgimento del ramadan, iniziato il 19 luglio, senza complicazioni organizzative. «Noi abbiamo messo tutta la nostra buona volontà – spiega Rocco Cosentino, responsabile della croce rossa del servizio mensa per i tre campi – abbiamo preparato circa 400 cestini – racconta- cifra che corrisponde al numero di persone di fede musulmana nei 3 campi». I cestini d’asporto, contenenti acqua, bevande e cibi vari, saranno il pasto notturno per chi celebra il Ramadan. A Carpi, per venire incontro alle esigenze di chi pratica il digiuno fino a sera, l’orario di chiusura delle cucine è fissato alle 22.30 ed è stato allestito un punto ristoro con due frigoriferi contenenti acqua, yogurt e succhi di frutta per consentire di reintegrare i liquidi persi. Fino al 18 agosto, infatti, i praticanti non potranno né mangiare né bere dall’alba al tramonto e consumeranno solo due pasti nell’arco delle 24 ore, la cena e un pasto notturno intorno alle 4 del mattino.

UN PUNTO PER LA PREGHIERA – I praticanti avranno la possibilità di raccogliersi in momenti di preghiera in una tenda allestita appositamente. È stato scelto anche l’imam che la seguirà. « Al momento – spiega il presidente della Consulta per l’immigrazione Ciffe Ousmane- la prospettiva dell’avvio del digiuno rituale non sembra avere scatenato conflitti o polemiche all’interno del campo. Man mano che il Ramadan procede- continua- ci confronteremo con l’imam del campo per raccogliere i bisogni che emergono tra i partecipanti. Inoltre, siamo in continuo contatto con la Protezione civile e con il Comune».

di Sabrina Rufolo

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