di Marco Gasperetti*
Su quel rapido per Roma l’onorevole Maria Eletta Martini si mescolava tra la gente comune e quasi si scherniva quando, riconosciuta, qualche passeggero la salutava con la reverenza che si deve a una parlamentare eletta vice presidente della Camera. Ho avuto l’onore di conoscere questa signora della politica e della vita sociale agli inizi degli anni ottanta tra Grosseto e Civitavecchia, per pochi minuti, ma così intensi da lasciare nei miei ricordi un segno indelebile. Eravamo partiti da Livorno, dove la Signora aveva partecipato a un’iniziativa politica, e in quell’oretta di cammino Maria Eletta si era letteralmente divorata mezzo libro, un saggio se ben ricordo dedicato al welfare dei paesi del nord Europa. Lei era da sola, senza portaborse e cicisbei, un po’ preoccupata di arrivare in Parlamento in ritardo e  ancora più impensierita dal rischio di dover saltare un incontro con alcuni volontari. «Che cosa sarebbe l’Italia senza volontariato? – mi disse -. Questo è un grande Paese anche e soprattutto perché non ha dimenticato la solidarietà, perché ci sono associazioni cattoliche e laiche pronte aiutare il prossimo, perché l’aiuto verso gli altri fa parte del Dna di questa nostra nazione così piena di contraddizione eppure straordinaria». Già, il volontariato. Maria Eletta Martina era la «Signora del Volontariato» e qualche anno dopo avrebbe fondato a Lucca, la sua città natale, il Centro nazionale per il volontariato spendendosi sino alla fine per potenziarne i servizi, proiettarlo verso una società sempre più diseguale. Cattolica nell’espressione più vera, quella evangelica, Maria Eletta Martini è sempre stata dalla parte dei più bisognosi e anche in politica (prima con Moro nella Dc, poi come cofondatrice dei Popolari e della Margherita) aveva cercato un compromessa tra liberalismo, liberismo, valori cattolici e socialismo democratico. Aveva combattuto ogni e cancro della democrazia, primo tra tutti la P2 insieme all’amica e compagna di partito Tina Anselmi.  Se n’è andata a 89 anni nella sua casa di via Iacopo della Quercia, nel centro dell’amatissima Lucca. Onorata anche dagli avversari politici.
 

*giornalista “Corriere della Sera”

mgasperetti@corriere.it

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