ROMA. Non le manda a dire Aodi Foad, presidente di Co-mai (Comunità Mondo Arabo in Italia) e Amsi (Associazione Medici Stranieri in Italia), e lancia un appello alla politica italiana affinché si fermi ogni forma di discriminazione razziale. Sì, perché, al di là dei casi che balzano agli onori della cronaca, il razzismo è un fenomeno in continuo aumento: «i nostri sportelli registrano quotidianamente denunce di episodi discriminanti verso gli stranieri- sottolinea Foad-. Un fenomeno in netta crescita eppure ignorato dalla politica ufficiale». Si rivolge ai partiti il presidente Co-mai, sollecitando risposte concrete: «Alla politica chiediamo tre cose. Senso di responsabilità e concretezza nell’affrontare il tema dell’integrazione e nel combattere ogni forma di discriminazione. In secondo luogo vogliamo che non siano strumentalizzate le candidature dei cittadini di origine straniera, a tutti i livelli, solo per dare un’immagine di apertura. No alla ‘quota straniera’, si al candidato di origine straniera per la sua competenza, esperienza e rappresentatività. Infine chiediamo al prossimo governo di creare consulte delle associazioni e delle comunità di origine straniera, che non siano basate sul favore dell’amico politico di turno». Gli italiani di origine straniera, secondo le parole di Foad,  non sono più disposti ad accontentarsi e sono stanchi di delegare altri a rappresentarli. Vogliono entrare in politica da protagonisti, secondo un orientamento oramai trasversale, non più legato a questo o quel partito. «Siamo disponibili a dialogare con tutti – ha continuato il presidente Aodi Foad – anche se siamo preoccupati dalla possibilità di un ritorno ad un certo atteggiamento politico del passato». Inevitabile il riferimento alle manovre leghiste in materia di immigrazione. A proposito della nuova alleanza Lega-Pdl Foad conclude: «Maroni è una persona seria e oggi ha dichiarato di voler combattere i fenomeni di discriminazione. Mi aspetto da lui che operi una svolta nella politica della Lega nei confronti degli immigrati e che faccia seguire alla condanna verbale anche proposte concrete».

di Silvia Aurino

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