di Nico Falco
NAPOLI. Tutto bloccato, almeno fino al 14 gennaio, in attesa di una risposta dall’assessorato. Il bando Primimpresa Oss (operatori sociosanitari) subisce la prima battuta d’arresto, dopo il presidio che si è svolto lunedì mattina presso l’ospedale Monaldi di Napoli. Al centro della polemica, presunte irregolarità nel bando e nella compilazione della lista degli idonei, affidati all’Arlas (Agenzia per il Lavoro e l’Istruzione). Una delegazione di aspiranti Oss, appartenenti a diverse sigle sindacali, è riuscita ad ottenere un incontro con Antonio Giordano, direttore generale dell’Azienda dei Colli (Monaldi – Cotugno – Cto) per esporre le proprie perplessità e chiedere la riapertura del bando con criteri diversi. All’Azienda dei Colli dovrebbero arrivare, come da richiesta, circa 170 tirocinanti Oss (500 euro al mese per un tirocinio di 6 mesi per ogni partecipante, oneri previdenziali e assicurativi rimborsati all’Azienda Ospedaliera dalla Regione). Dopo la diffusione della graduatoria, i papabili per il tirocinio si sono recati presso l’ospedale collinare per le visite mediche di rito. “Ci è stato segnalato, – spiega Michele Tassaro, sindacalista Cobas, – che molte persone avrebbero portato le provette per le analisi da fuori o prelevate in ospedale ma non avrebbero fatto gli esami in loco portando tutto all’esterno. In questo modo non si può avere la sicurezza che gli esami siano corretti e, a nostro parere, il direttore generale non può accettare come validi questi esami. Inoltre, – continua Tassaro, – si sarebbe verificata una cosa ancora più anomala: stando a quanto ci risulta, dopo un bando i vincitori devono essere contattati tramite una raccomandata postale. In questo caso, invece, le raccomandate non sarebbero state spedite ma consegnate a mano: questo ci fa ipotizzare ulteriori irregolarità”. Nel corso dell’incontro col direttore generale, hanno spiegato ancora gli Oss durante il presidio, sono arrivate rassicurazioni sulle intenzioni dell’Azienda di procedere con la massima trasparenza, verificando innanzitutto l’eventuale fondatezza delle segnalazioni di anomalie. “La direzione, – conclude Tassaro, – ci ha assicurato che le visite mediche per le persone presenti in graduatoria sono sospese fino al 14 gennaio, e che sarà subito inviata una nota all’assessorato, Malgrado ciò, nei prossimi giorni faremo un nuovo presidio, questa volta davanti agli uffici della Regione Campania, per chiedere chiarimenti anche all’assessore Severino Nappi”. I sei attestati richiesti (che sono considerati prioritari ma non essenziali) hanno scatenato le polemiche di numerosi aspiranti Oss, che denunciano il ritardo con cui è stato reso pubblico l’elenco. Molti, spiegano, avrebbero saputo di queste qualifiche soltanto nel novembre 2012, quando mancava un mese alla chiusura del bando: questo ha scatenato una corsa verso le scuole di formazione per riuscire a conseguire almeno parte di quegli attestati ed ha portato ad un ulteriore esborso economico. Inoltre, si è venuta a creare una situazione anomala: considerando che, sul modello europeo, non è stato possibile fissare nessun limite di età, nella graduatoria molti giovani sono stati scavalcati da cinquantenni che hanno potuto esibire un maggior numero di attestati.

IL BANDO. Il bando, relativo a un percorso di work experience per Oss (operatori socio sanitari), viene inizialmente pubblicato nel 2009 e vede l’adesione di 3976 soggetti. Successivamente, con avviso pubblico “Primimpresa Oss” (approvato nel febbraio 2011) vengono dettati i criteri di individuazione dei soggetti da inserire nei percorsi di “Tirocini di inserimento lavorativo per operatori socio sanitari). I criteri sono stati integrati, come si legge in una lettera pubblicata dall’Arlas sul proprio sito (in data 21 novembre 2012, dietro invito alla trasparenza inviato lo stesso giorno all’agenzia dall’assessore al Lavoro, Severino Nappi), con gli indirizzi contenuti nella nota del 20 giugno 2011 (anzianità anagrafica, anzianità di iscrizione al collocamento, possesso di diplomi di aggiornamento conseguiti dopo la qualifica e rilasciati dal sistema formativo pubblico). I soggetti da inserire nel percorso, prosegue la lettera dell’Arlas, vengono individuati sulla base delle indicazioni previste dall’articolo 12 dell’avviso “Primimpresa Oss” (2/02/2011). Per quanto concerne i titoli di aggiornamento professionale, viene specificato che vengono presi in esame diverse qualifiche, tra le quali il corso di aggiornamento “Nuovi profili professionali dell’Operatore Socio Sanitario”, rilasciato dall’università Parthenope.
GLI OSS. La spigolosa questione Oss è, da diversi anni, una spina nel fianco della sanità campana. Anni fa, quando si cominciò a parlare di adeguamento delle piante organiche e della ridefinizione delle professioni sanitarie, fece il suo ingresso la figura professionale dell’Oss, operatore socio sanitario, col compito di affiancare gli infermieri professionali, sollevandoli dalle mansioni meno specialistiche. L’occasione sembrò propizia per dare il via ad una serie di corsi di formazione, in particolar modo destinati ai disoccupati storici. Inizialmente una prima sfornata fu a pagamento (dai 900 ai 3mila euro presso scuole di formazione private, che “sottobanco” parlavano di sicure assunzioni a persone disposte anche a contrarre debiti), una successiva fu invece promossa con fondi pubblici. Né i primi né gli altri, però, videro mai l’assunzione in strutture sanitarie (complice anche il blocco assunzioni imposto dal patto di stabilità), continuando, negli ultimi anni, a destreggiarsi tra corsi e qualifiche, quasi tutti a pagamento.
 

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