Cecile_KyengeROMA – «Per il Consiglio Italiano per i Rifugiati le dichiarazioni del Ministro Kyenge segnano ormai un passaggio dal quale non è più possibile sottrarsi: la legge sulla cittadinanza deve essere riformata all’interno di questa legislatura» dichiara Savino Pezzotta, Presidente del CIR. Le attuali previsioni legislative sono totalmente inadeguate a dare risposte a una società che ormai vive di migrazioni e multiculturalità. Sono lo specchio di un Paese che esisteva decenni fa, di quell’Italia che ancora non era, o non si percepiva, come paese migratorio.
HEIN – «Si può discutere di come riformare la legge, ma non se farlo. Come CIR siamo convinti che la misura legislativa più adeguata in Italia sia quella dello Ius solis temperato. Ovvero legare la nascita o l’arrivo da piccoli nel nostro paese alla lunghezza di residenza e al percorso di formazione fatto in Italia. Questo è il modello più avanzato che esiste già in altri paesi europei”» dichiara Christopher Hein direttore del CIR.
LA PROCEDURA – Appare altrettanto importante e urgente garantire una procedura snella ed equa, che si realizzi in tempi garantiti, per l’ottenimento della cittadinanza: le richieste di cittadinanza oggi sono spesso labirinti che durano 2/3 anni e che non prevedono alcun risultato certo. E’ da ricordare, inoltre, che il superamento dell’attuale normativa dovrebbe includere non solo i bambini stranieri nati e presenti in Italia, ma anche rivedere le norme che prevedono attualmente ben 10 anni di residenza per la naturalizzazione di persone adulte. Norme che in Europa non hanno simili.

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