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ROMA. Di sacchi di sabbia scriveva già Lucio Dalla in una sua celebre canzone, “L’anno che verrà”. Coi sacchi di sabbia, più di trent’anni dopo, in Palestina si costruirà un asilo. Obiettivo: garantire l’accesso a servizi educativi e sanitari di qualità ai bambini beduini in età prescolare e alle donne beduine del villaggio. Il progetto per costruire il centro per l’infanzia “La Terra dei bambini” di Um al Nasser (Striscia di Gaza) risponde proprio a una richiesta di aiuto della comunità beduina accolta dall’ONG italiana “Vento di Terra”. In un contesto complesso quale quello della Striscia di Gaza – caratterizzato dalla mancanza di pianificazione urbanistica e da una conseguente edificazione selvaggia – la scelta di realizzare il plesso seguendo i criteri dell’architettura bioclimatica è stata dettata dalla necessità di utilizzare risorse locali, facilmente reperibili e a costi accessibili. Il plesso è stato dunque realizzato in pochissimo tempo impiegando la tecnica degli “earthbags”, seguendo un modello di autocostruzione già sperimentato con successo con la comunità beduina Jahalin in Cisgiordania. Durante la costruzione del centro la comunità locale ha acquisito competenze tecniche innovative partecipando anche alla realizzazione di un impianto fotovoltaico e di un sistema di fitodepurazione. La struttura scolastica è coordinata da un team formato da Vento di Terra nella gestione e nello sviluppo di percorsi educativi alternativi innovativi e partecipati. Il Centro è dotato di sei aule destinate a ospitare circa 125 alunni, di 5 spazi dedicati a specifiche attività didattiche, di uno sportello di consulenza per le famiglie e di un ambulatorio per il counseling sanitario. L’intervento coinvolge una serie di realtà socio educative locali e internazionali che operano in rete, proponendo una risposta unica ed integrata ai bisogni dei bambini in età prescolare, delle loro madri e delle loro famiglie. Il progetto Architettura di pace per Gaza è stato reso possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri , della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, del Comune di Milano, L.U.S.H. Italia e della rete di sostenitori di Vento di Terra ONG. Il progetto coinvolge la comunità beduina di Um Al Nasser, stanziata a nord della Striscia di Gaza. Si tratta di popolazioni espulse dall’area di Bersheba nel 1948, con un passato semi-nomadico e caratteri culturali comuni con i beduini stanziati in Cisgiordania. Um Al Nasser si trova nei pressi del valico di Erez, a nord est della città di Beit Lahia e ad est del territorio della cittadina di Beit Hanoun, in un’area particolarmente coinvolta nelle fasi recenti del conflitto.
IL PROGETTO. L’edificio è concepito in termini di sostenibilità ambientale proponendo soluzioni tecniche innovative che reinterpretano la cultura e l’identità locale. La progettazione architettonica è curata da un team di esperti nel settore: Il gruppo ARCò – Architettura e Cooperazione, che si occupa di sostenibilità e partecipazione in architettura, e lo studio MCA – Mario Cucinella Architects, studio di chiara fama internazionale che da tempo sviluppa ricerche sull’architettura sostenibile. Il progetto punta alla valorizzazione dell’identità locale reinterpretando il modello della tenda beduina: una struttura temporanea caratterizzata da elementi di sostegno verticale che sorreggono un telo decorato, solitamente in lana di pecora. La sua struttura è divisa al suo interno in due ambienti: uno pubblico dove avvengono le attività comuni e si ricevono gli ospiti e uno destinato alle attività private della famiglia. La struttura polifunzionale di Um Al Nasser reinterpreta questi caratteri tradizionali riproponendoli sotto forma di elementi architettonici contemporanei. La tenda viene sostituita da un’ampia copertura che, ripiegando su se stessa, richiama le diverse inclinazioni dei teli. Le linee orizzontali dei tipici tessuti beduini vengono riletti attraverso brise soleil in legno che permettono un controllo dell’irraggiamento solare.
I NUMERI. L’asilo “cresce dal deserto”: le pareti isolanti che circondano le aule e il cortile centrale sono realizzati con sacchi riempiti di terra. Si tratta della tecnica degli earth-bag, proposta per la prima volta da Nader Kalili negli anni ’80. I muri sono in grado di preservare la realtà gioco-educativa dell’asilo, costruendo una vera e propria oasi protetta dalle difficoltà esterne. Il Centro per l’infanzia è un edificio ad un piano, parzialmente interrato, per una superficie totale di 400 metri quadrati, dotato di 6 aule, libreria, direzione, aula docenti, area accoglienza, laboratorio attività psicomotorie, spazio polifunzionale, sportello famiglie, infermeria e servizi igienici. Le aule hanno una superficie di 25 m2, e possono ospitare circa 25 allievi ciascuna. “La Terra dei Bambini” offre spazi e servizi per le famiglie, uno sportello di consulenza, e attività di educazione alla salute e alla pace.
PER SAPERNE DI PIU’
Progetto:
Vento di Terra ONG (http://www.ventoditerra.org/)
Donatori:
Ministero degli Affari Esteri (http://www.esteri.it/ )
Cooperazione Italiana (http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/ )
CEI–Conferenza Episcopale Italiana (http://www.chiesacattolica.it/ )
Comune di Milano (http://www.comune.milano.it/)
Comune di Sesto San Giovanni (MI) (http://www.sestosg.net/)
LUSH Italia (http://www.lush.it/)
Progetto Architettonico:
ARCò – Architettura e Cooperazione (http://www.ar-co.org/)
di Walter Medolla