Una più stretta sinergia con le istituzioni locali, con i vari comuni dell’area metropolitana e di Napoli e i quartieri cittadini protagonisti. Un vero e proprio “patto per l’amministrazione condivisa” con protagonisti le varie organizzazioni del Terzo Settore inserite nella rete Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (Cnca). I soggetti aderenti: Associazione Quartieri Spagnoli, Cooperativa sociale Bambù, Cooperativa sociale Dedalus, Cooperativa sociale Il Grillo Parlante, Cooperativa sociale Il Millepiedi, Cooperativa sociale Irene ’95, Cooperativa sociale L’Orsa Maggiore, Cooperativa sociale La Locomotiva, Cooperativa sociale Progetto Uomo, Cooperativa Sociale Un Fiore per la Vita, Comunità di Capodarco Teverola, Associazione Maria Fanelli.La comunione d’intenti è stata siglata questa mattina nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza delle varie realtà che si occupano di politiche sociali, il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al Welfare Luca Trapanese. Base di partenza del ragionamento il corso quella che appare come una provocazione da parte del Cnca “Sana e robusta Costituzione?” che ha dato il titolo all’incontro ed è anche un messaggio per rispettare davvero i principi della carta costituzionale a partire dal primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’’ e l’articolo 2 che ricorda i diritti inviolabili dell’uomo.

Gli interventi degli operatori del Terzo Settore – Denunciano gli operatori del terzo settore come, anche a Napoli dove alle ultime amministrative ha votato il 50% circa degli aventi diritto, “sempre meno persone votano e di fatto gli istituti predisposti per ossigenare la democrazia sono in profonda crisi (dal Parlamento alle Municipalità), come pure partiti e sindacati. Soprattutto, a non votare e a non impegnarsi sono i penultimi, gli ultimi, i vulnerabili, che non si sentono visti e riconosciuti dalla politica e dai “centri” e che, in questa disuguaglianza di riconoscimento, tendono a essere attratti dal rancore piuttosto che dalla cura». Nel capoluogo partenopeo, inoltre, aggiungono le stesse realtà intervenute all’incontro, bisogna «fare i conti con povertà e vulnerabilità diffuse che incidono in modo dirimente sul suo sviluppo’’. In proposito Salvatore Fedele, presidente della cooperativa sociale Irene 95 e di Cnca Campania, dice di percepire «un forte rischio di arretramento dei diritti individuali e collettivi e al tempo stesso viviamo la necessità di nuovi approcci e politiche su cui investire oggi per generare futuro. Ecco perché il Cnca Regionale rilancia il tema delle comunità accoglienti. Abbiamo la necessità – aggiunge Fedele nel proporre assieme al Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti un patto condiviso sul welfare territoriale – di ripensare lo sviluppo, anche quello economico, in una chiave collettiva sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. Uno sviluppo socio-economico basato sulla capacità di prendersi cura delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Con una diversa concezione della spesa sociale: non più intesa come costo ma come investimento, premessa e condizione essenziale per lo sviluppo anche economico». «Sentiamo fondamentale – sottolinea Angelica Viola, socia fondatrice della cooperativa sociale L’Orsa Maggiore e componente dell’Esecutivo Nazionale del Cnca – che dai territori, e in particolare dalla città di Napoli, le politiche di welfare, insieme a quelle di contrasto delle povertà e delle disuguaglianze, vengono assunte come asse prioritario e trasversale dell’agire amministrativo, come bene comune che riguarda l’insieme della comunità in quanto unica possibile chiave per costruire benessere e sicurezza collettiva».

I contenuti nel documento Cnca – Nel documento Cnca viene sottolineato come in Italia “a decenni non si costruiscono più alloggi pubblici, né si mettono in campo norme per calmierare gli affitti delle case, contenere gli sfratti, dare effettivamente una casa dignitosa a tutti quelli che ne hanno bisogno. L’evasione scolastica è crescente e la scuola svolge sempre meno il ruolo di integrazione e riequilibrio sociale che la Costituzione le assegna. L’efficacia dei servizi sanitari è a macchia di leopardo e l’assistenza pubblica – che in Italia è uno dei meriti della Repubblica – in realtà tutela soprattutto coloro che sono capaci di accedere ai servizi privati, soprattutto per i tempi di effettiva erogazione delle cure’’. Nello specifico su Napoli nell’ultima graduatoria per gli aventi diritto alla casa popolare, dicono sempre da Cnca, “risultano oltre 8.700 domande. In città almeno 40.000 persone abitano nei bassi, a parte le oltre 2.000 persone ROM e un altro paio di migliaia di persone che vivono in alloggi del tutto impropri. I dati della dispersione scolastica per la Campania parlano da soli. Il 30% degli studenti degli istituti superiori, infatti, non riesce a conseguire il diploma. A Napoli sono il 35% e ancor di più negli istituti tecnici, d’arte e professionali. La dispersione si concentra nel primo anno, con una percentuale del 16,1% a Napoli. Il dato complessivo è che il 23% dei giovani tra 18 e 24 anni sono del tutto emarginati: non lavorano, non studiano, né sono in corsi di formazione professionale’’.

L’amministrazione comunale di Napoli – «Sposo questo patto, partiamo da un approccio amministrativo che prepariamo nelle prossime settimane e poi ci rivedremo per ufficializzarlo e andare davvero avanti insieme» le parole del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi secondo cui «la logica deve essere di passare dai progetti al partenariato fisso. Usciamo da progetti estemporanei ma passiamo a una selezione di partenariato, entrando in continuità di esperienze in alcuni territori, partenariati permanenti di 3-5 anni almeno. Ascoltiamo le esperienze e i suggerimenti dal Terzo Settore e dal volontariato che sono cruciali per noi. I temi dell’accoglienza oggi sono sul tavolo nazionale del Governo, Napoli su questo tema rappresenta un luogo che affronta criticità ma anche sperimentazioni positive. Questo passaggio di lavoro insieme alle associazioni serve proprio per migliorare gli atti di welfare nella nostra città». Per l’assessore al Welfare Luca Trapanese «vanno rispettati i diritti delle persone, al genere, i diritti all’abitare, il diritto all’istruzione (sulla dispersione scolastica ci sono 1700 segnalazioni), del lavoro. Noi agiamo sulle persone. Siamo in un momento di forte depressione economica, con 2700 persone senza più una casa, una famiglia che non possono pagare le bollette e che hanno fragilità mentali e dipendenze». Trapanese è consapevole come la città di Napoli abbia necessità di dotarsi di «più strutture per i ragazzi e noi metteremo a bando 10 immobili confiscati alla camorra all’interno dei quali saranno ospitati progetti sociali. Ci sono bisogno anche di più strutture sportive. Aumentiamo – chiosa l’assessore alle Politiche Sociali – di 150 posti letto i dormitori pubblici e recuperato quasi 6 milioni di euro per l’housing sociale che erano bloccati dal 2018».

di Antonio Sabbatino

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