servizio-volontario-europeoNAPOLI – Cambiamento. Se Sofia dovesse descrivere in una sola parola i sei mesi passati al CEICC – il Centro europeo di informazione, cultura e cittadinanza del Comune di Napoli –, sceglierebbe sicuramente questa. Un’esperienza di crescita umana e professionale che ha segnato la sua vita al punto da farle decidere di lasciare il suo Paese, la Russia, per ritornare in Italia e iscriversi all’Università “Federico II”.
Sofia è un’ex volontaria del Servizio Volontario Europeo, un’opportunità di formazione finanziata dalla Commissione Europea che consente ai giovani dai 17 ai 30 anni, residenti in uno degli Stati membri dell’UE, di trascorrere dai due ai dodici mesi all’estero, in Europa o in uno dei Paesi terzi che aderiscono al programma Erasmus+, per svolgere attività di volontariato presso associazioni del posto, ONG ed enti locali.

LE TESTIMONIANZE – Esperienze che restano – Nel 2016 lo SVE spegne le sue prime venti candeline: in questi anni sono stati 200mila i giovani coinvolti, che hanno deciso di partire spinti dal desiderio di aiutare gli altri e di cavarsela da soli, lontano da casa. Come Gennaro, che sette anni fa ha prestato servizio in una struttura per disabili di Malaga: «All’inizio non è stato facile – racconta –, quando sono arrivato lì mi sono scontrato con una realtà dura, diversa dalle mie aspettative. Col tempo, però, con gli educatori si è creato un rapporto di fiducia molto forte: mi sono state affidate mansioni di responsabilità, tanto che ho accompagnato i ragazzi che frequentavano il centro a Murcia, a sette ore da Malaga, e li ho portati in vacanza a Gibilterra per due settimane. Lo SVE è stato un modo per mettermi alla prova e avere maggior fiducia nelle persone; con la famiglia dove alloggiavo sono tutt’ora in contatto». Fanny e Stacy, una finlandese, l’altra bulgara, invece, come Sofia l’anno scorso stanno svolgendo lo SVE al CEICC, che è anche ente di accoglienza e invio dei volontari. Le loro giornate sono intense: le ragazze danno informazioni sull’UE all’infopoint, fanno visite alle scuole, partecipano a laboratori interculturali con i migranti che abitano a Napoli. E se Fanny sta conoscendo meglio se stessa – «sto imparando ad adattarmi, ad affrontare diverse situazioni» –, Stacy già pensa a un futuro nella Penisola: «Il progetto finirà a dicembre ma dopo vorrei restare, per proseguire gli studi con un master».
Prima di partire – Per trovare il progetto dei propri sogni c’è un database – all’indirizzo http://europa.eu/youth/evs_database – con gli enti accreditati, suddivisi per nazione o per area tematica. Gli ambiti sono numerosi: si va dalla cultura allo sport, dall’ambiente al turismo, fino all’assistenza a disabili e anziani. Il requisito per candidarsi è conoscere l’inglese – è sufficiente il livello base –, la lingua in cui va redatta la lettera di motivazione da indirizzare all’organizzazione di accoglienza insieme al Curriculum; se l’esito è positivo, si viene contattati e si fa un colloquio attraverso Skype. I partecipanti hanno diritto al vitto e all’alloggio gratuiti, a un pocket money mensile, a un rimborso spese per il viaggio e a un corso per imparare la lingua del posto.

di Paola Ciaramella

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