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Ancora mare nero. «È ora di fermare le estrazioni petrolifere»

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Oil Spill Clean Up Rayong Province, ThailandTHAILANDIA- Il “nero” è il colore predominante negli scatti  che Greenpeace ha commissionato al fotografo Roenggrit Kongmuang e che documentano le operazioni di ripulitura della spiaggia di Ao Phrao a Ko Samed, nella provincia thailandese di Rayong. Dopo il disastro petrolifero avvenuto sabato nel Golfo di Thailandia soccorritori, volontari locali e personale della PTT Global Chemical hanno raggiunto una delle spiagge più ambite dal turismo internazionale per avviare le operazioni di ripulitura. Sono oltre 50 mila i litri di petrolio greggio che si sono dispersi in mare, 20 chilometri a sud est della zona industriale di Map Ta Phut, per una perdita da un oleodotto operato dalla PTT Global Chemical Public Company.
STOP ESTRAZIONI- «È ora di fermare la follia delle estrazioni petrolifere, in Thailandia come nell’Artico – si legge in una nota di Greenpeace. E come nel Mediterraneo: le nostre coste sono assediate da decine di richieste per la ricerca di poche gocce di petrolio che all’Italia basterebbero per poche settimane. Ma un disastro, anche modesto, in poche ore causerebbe un danno che le foto thailandesi documentano benissimo. In Italia, Greenpeace ha già scritto al ministro dell’Ambiente per informarlo delle minacce delle trivellazioni in arrivo, ma non ha ottenuto alcuna risposta».

di D.D.

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