lampedusa_minoriPALERMO –Sicilia terra di accoglienza, con tutti i pro e i contro. Ne è un esempio il gran numero di  minori stranieri non accompagnati che ogni anno arrivano sull’isola, per i quali si sta cercando di potenziare  e migliorare le comunità di accoglienza per sostenere un lavoro che garantisca continuità. Su queste linee si sta muovendo l’assessore regionale alle attività sociali Ester Bonafede, che intende perseguire questo lavoro di concerto con l’assessore alla sanità Lucia Borsellino e in accordo con le intenzioni del ministro dell’integrazione Cécile Kyenge. «La Sicilia è porta del Mediterraneo ma è anche un luogo di approdo perché geograficamente collocata al centro del mediterraneo – afferma l’assessore Ester Bonafede -. Siamo un popolo abituato all’accoglienza, alla convivenza pacifica con altre culture e all’adattamento alle situazioni anche difficili e la gente di Lampedusa ne ha dato e ne sta dando grande prova. Fa sicuramente parte dei siciliani propendere per un’accoglienza spontanea ma occorre però, come ho detto al ministro Cécile Kyenge, trovare le strade per trasformare quest’accoglienza spontanea in metodo perché altrimenti tutto sarà consegnato all’iniziativa del singolo quando invece si deve lavorare per creare e garantire un sistema di accoglienza autentica».
FAVORIRE L’INSERIMENTO- Secondo l’assessore i  minori stranieri non accompagnati potrebbero essere ospitati in maniera costante, riservando loro almeno 5 posti all’interno di ognuna delle comunità che alloggiano minori. Creando così  le linee guida che porteranno all’assunzione di un’integrazione socio-sanitaria che coniughi le attività sia dell’assessorato alla sanità che quello alla famiglia che afferiscono alla legge 328. L’intento degli assessorati è quello di favorire progetti formativi e di inserimento lavorativo, che diano la possibilità a questi giovani di restare in Sicilia.«Quando, nei giorni scorsi – prosegue Bonafede – siamo stati con l’assessore Borsellino all’inaugurazione del reparto di medicina protetta all’ospedale Cannizzaro di Catania, abbiamo incontrato un ragazzo minore straniero non accompagnato, rimasto con una invalidità permanente a causa della violenza fisica subita l’anno scorso; piangeva disperatamente perché adesso dopo un anno di degenza all’interno di questo ospedale deve ritornare nel centro di accoglienza dove ha subito la violenza. Io e l’assessore Borsellino abbiamo colto la sua situazione di sofferenza e stiamo cercando un sistema per non farlo ritornare in quel luogo. Questo episodio, che ci ha colpito particolarmente, ci spinge ancora di più a fare in modo che questi ragazzi minori non accompagnati siano accolti in maniera adeguata e per questo pensiamo di attivarci il più possibile per accoglierli e sostenerli con tutti gli strumenti a nostra disposizione».
 

di Davide Domella

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui