Molti dicono che l’economia e la finanza si stanno preparando a vivere un post crisi 2008, abbiamo quindi già individuato il ricostituente per ripartire?

Direi proprio di no. 
Il contesto del 2020 si trova da un lato di fronte un sistema delle istituzioni (stati) più indebitati, un panorama bancario totalmente diverso ed spostamenti di risorse dalla finanza all’economia reale promessi ma non pienamente attuati; dall’altro dei cittadini maggiormente consapevoli del loro “potere” e un terzo settore che lavora per essere soggetto trasformativo più che compensativo. Vanno individuati approcci, strumenti diversi, ci troviamo di fronte alla possibilità di un cambio di paradigma, un nuovo modello economico finanziario globale. Il Terzo Settore si trova al centro della difficoltà socio sanitaria ed economica che stiamo vivendo; soffre con tutte le comunità delle difficoltà delle famiglie colpite dal Covid19; accompagna le persone più fragili dovendo collocarsi tra norme che garantiscano la sicurezza di operatori e beneficiari delle attività e necessità di non lasciare nessuno solo e le attività di sviluppo rischiano una battuta di arresto e tutto il comparto delle donazioni che si concentrerà sull’emergenza non supporterà con la stessa intensità progetti già avviati su territorio nazionale ed internazionale.
Cosa può fare la Finanza e la Finanza Etica in questa situazione?
Valorizzare certamente le misure messe in atto dal governo a favore delle famiglie e delle PMI, compreso quindi il Terzo Settore, integrare il credito con ulteriori strumenti a supporto non solo della ridotta capacità reddituale attuale per far fronte agli impegni assunti (prestiti e mutui) ma ad una nuova necessità di liquidità. E’ importante in questa fase avere la capacità di analizzare le esigenze economiche delle diverse organizzazioni e distinguere tra quelle legate alla situazione attuale da quelle legate allo stato di salute delle diverse realtà – siano associazioni, cooperative, imprese sociali. Mai come in questo momento è necessario fare rete, mettere al centro i bisogni e le esigenze della comunità, sempre nel rispetto del pianeta.
Stiamo tutti riscoprendo l’importanza del prendersi cura dei nostri territori e di coltivare relazioni nelle nostre comunità; non possiamo permettere che questo sia il sentimento del momento ma dobbiamo far sì che riconversioni di settori delle nostre imprese sociali (e
non) possano permetterci di guardare all’economia di cui abbiamo bisogno e non di cui siamo consumatori schiavi.
Cosa serve? Una finanza che accompagni il Terzo Settore in termini di credito, metta a disposizione Fondi Impact che sostengono imprese a vocazione sociale, percorsi di microcredito per piccole imprese. Non solo, abbiamo anche l’opportunità di valorizzare i circuiti complementari e di utilizzare piattaforme di crowdfunding e di equity crowdfunding. Molti sono stati catapultati in un mondo tecnologico che fino a poco fa non gli apparteneva, facciamolo diventare strumento per ampliare le modalità di contatto e recuperiamo il concetto di “vicinanza” dandoci la possibilità di guardare oltre il nostro quotidiano e ciò che finora abbiamo fatto.
C’è un nuovo capitolo della nostra storia da scrivere, a noi scegliere come farlo.
 di Anna Fasano, Presidente Cda Banca Etica