ROMA. Il colpo che sarà inferto dalla spending review  (revisione della spesa pubblica, ndr) agli italiani sarà accusato dai gruppi più deboli, ma chi proprio non potrà sopportarlo sarà una delle categorie più indifese, quella dei pazienti pediatrici. A sostenerlo è la Società Italiana di Pediatria (Sip) che mette in guardia le istituzioni dalle scelte irresponsabili; queste, secondo le più probabili previsioni,  con la riduzione della spesa destinata al campo sanitario per la cura dei bambini, ne ridimensionerebbero l’efficacia, nonché l’universalità e la specializzazione. E così, con la collaborazione di 34 associazioni che si occupano di salute e infanzia la Sip ha stilato il «Manifesto per il diritto alla salute e al benessere dei bambini e degli adolescenti in Italia», approvato anche dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
IL CONTENUTO DEL MANIFESTO. Ciò che preoccupa maggiormente gli esperti del settore sono gli inquietanti segnali che arrivano dalla Conferenza Stato – Regioni dove si discute dell’abolizione del Corso di Laurea di Infermiere Pediatrico, con la conseguente scomparsa della figura specializzata. E ancor pericolosa è la proposta di affidare ai medici generalisti l’assistenza sanitaria dopo il sesto anno di vita, incongruente con la definizione d’età pediatrica, che giunge fino al compimento del 14° anno.
I firmatari del Manifesto riaffermano i cinque punti fondamentali per tutelare il diritto alla salute del bambino che prescinde, oltretutto, dall’appartenenza a qualsiasi etnia: avere un’assistenza altamente qualificata da parte di personale specialistico e in ambienti dedicati e sicuri; l’accesso a tutti i farmaci e cure efficaci senza alcuna limitazione; la tutela nella propria salute anche in termini di acquisizione precoce di stili di vita corretti; il diritto a vivere in un ambiente che non comporti danni all’organismo per via dell’inquinamento; la difesa da situazioni di rischio e di disagio. Per citare le parole del Manifesto, infatti, «promuovere e tutelare la salute dei bambini di oggi significa anche ridurre il numero di adulti e anziani malati di domani, destinati ad assorbire la quota di gran lunga più rilevante della spesa sanitaria. E’ ormai provato che un maggiore investimento nei primi anni di vita determina un ritorno sociale ed economico molto più alto della spesa sostenuta».

di Claudia Di Perna

PER SAPERNE DI PIU’
Il testo del manifesto 

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