MESSINA. Ha deciso di impiccarsi all’interno dell’ Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto che lo aveva ospitato per tanti anni. «Si aggiorna così il triste bollettino dei suicidi negli Opg italiani», è quanto si legge in una nota dell’associazione Stop OPG. «L’uomo – si continua a leggere – nonostante potesse rientrare tra le persone che anche l’ultima legge sugli Opg (la n. 9 del 2012) dichiara ‘dimissibili senza indugio’, aveva subìto due proroghe della misura di sicurezza. In molti casi ciò accade quando la Magistratura di sorveglianza non riceve una proposta di reinserimento da parte dell’Asl di appartenenza. Così anziché essere liberato e assistito, com’era suo diritto, quell’uomo è rimasto rinchiuso fino alla morte. E allora innanzitutto bisogna accertare perché sono state disposte ben due proroghe». Stop OPG denuncia i ritardi con cui si procede nella chiusura degli Opg e nella costruzione di percorsi davvero alternativi, «in particolare bisogna che le Asl (Dipartimenti di Salute Mentale) organizzino la presa in carico delle persone internate, anche per consentirne le dimissioni dentro progetti terapeutico riabilitativi individuali. E per questo è inconcepibile – si continua a leggere nella nota-  che non sia ancora avvenuto il riparto tra le regioni dei finanziamenti che proprio a questo scopo l’ultima legge aveva stanziato (38 milioni disponibili già nel 2012 e 55 milioni dal 2013). Gli Opg si confermano luoghi di morte, di sofferenza e di privazioni: non è più possibile rinviare interventi risolutivi ».
 

di Davide Domella

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