Come ogni anno, la Caritas realizza il Dossier regionale sulle povertà, con l’obiettivo di mostrare non solo statistiche o numeri, ma anche volti e storie delle persone che si rivolgono quotidianamente alle Caritas della Campania in cerca di aiuto. Si tratta di un lavoro collegiale, che attualmente coinvolge 19 diocesi nella raccolta dei dati nei Centri di Ascolto, ma soprattutto le vede impegnate quotidianamente ad essere vicine a chi soffre, a chi è solo, a chi sente di aver perso la speranza. I dati sono significativi e inducono a riflessioni profonde. Quelli dell’Istat, intanto, ci ricordano che la Campania è una delle regioni maggiormente colpite dalla povertà economica, educativa e sanitaria. Dalle ultime statistiche è stato rilevato che nel 2022 il Sud Italia, rispetto al 2021, ha subito un incremento di tali disagi del 15%, raggiungendo il 40,6 % delle famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale. Solo in Campania il 46% delle persone è a rischio povertà per reddito basso o lavoro povero, ed è la prima regione in Italia per numero di analfabeti e persone con un basso titolo di studio. Con l’inizio della guerra in Ucraina, poi, i Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali hanno rilevato un incremento delle richieste di accoglienza e di beni di prima necessità, in particolare da parte di donne e bambini. E sono proprio le donne a rappresentare il maggior numero di utenti che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Campania: rappresentano, infatti, il 60% delle persone che chiedono aiuto alle Caritas con richieste che riguardano anche i bisogni delle loro famiglie. È inarrestabile, inoltre, l’emorragia di giovani che lasciano la Campania per motivi di studio o lavoro. Si tratta del 24,3% dei giovani dal 2002 al 2022. La Campania e la Calabria sono tra le prime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa – dopo il Sud-Est della Romania – con il 46,2%, contro una media europea del 21,6%. Interessanti sono anche i numeri su povertà assoluta e relativa. Sempre dalle statistiche dell’Istat sulla povertà per l’anno 2022 emerge che sono poco più di 2,18 milioni le famiglie in povertà assoluta, per un totale di oltre 5,6 milioni di individui. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021), con un picco nel Sud (11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi dell’incidenza (6,4%). Tra le famiglie povere il 41,4% risiede nel Mezzogiorno (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021).

L’incidenza della povertà relativa, invece, cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia. Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. La Campania vede comunque l’incidenza della povertà relativa diminuire, pur se di poco, giacché si passa dal 23,4% del 2021 al 22,1% del 2022.

Da quanto emerso rispetto ai dati ufficiali, non meraviglia che la problematica lavorativa compaia con forza anche tra le persone che si rivolgono alla Caritas per domandare aiuto. La maggioranza di coloro che si sono recati ai Centri di ascolto della Caritas in Campania sono disoccupati (45,3%). A questo valore va aggiunto quello delle persone che hanno dichiarato di avere un lavoro di tipo irregolare, ovvero un’occupazione in nero (9,3%), che nelle classificazioni ufficiali risultano comunque disoccupati. Si raggiunge pertanto il 54,6%, che rappresenta oltre la metà del campione. Al secondo posto la categoria delle casalinghe (17,7%) con una percentuale piuttosto ampia. Al terzo posto ci sono i pensionati con l’11,0%. Attualmente si parla sempre più spesso di lavoro povero, ovvero di un’occupazione remunerata con un salario talmente modesto che non permette di superare la soglia di povertà. Utilizzando come parametro di rischio sociale il possesso della licenzia media inferiore o meno, si evidenzia che sono in questa condizione il 66,4% delle persone che si sono rivolte alla Caritas, ovvero due su tre. Da questi valori si deduce che, come già visto in precedenza, il rischio di povertà o di disagio sociale è davvero elevato a causa di un livello formativo molto basso e questo è ancor più evidente in una regione come la Campania, dove le difficoltà lavorative sono ampie.

 

di Francesco Gravetti

fonte bibliografica: Dossier regionale sulle povertà 2023. Delegazione Regionale Caritas Campania. Coordinamento scientifico Ciro Grassini

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