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“Nati uguali”, ma anche no: cresce il divario tra bimbi ricchi e poveri

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di Francesco Gravetti
ROMA. La Giornata internazionale dell’Infanzia si celebra oggi in occasione di una data dal valore fortemente simbolico. In questa data si ricorda quando, nel 1989, venne approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Numerose le iniziative, da quelle istituzionali a quelle “on line”: Google, per esempio, ha dedicato il doodle di oggi alla Giornata. Intanto, Save the children ha reso noto che la disuguaglianza tra bambini ricchi e poveri nel mondo è cresciuta del 35% con gravi conseguenze su salute, sopravvivenza e accesso all’istruzione. I dati sono contenuti nel rapporto “Nati Uguali”.
SAVE THE CHILDREN. Secondo il nuovo rapporto dell’Organizzazione, che raccoglie i dati relativi a 32 paesi , il gap tra i bambini poveri e quelli ricchi a livello globale è cresciuto del 35% rispetto al 1990 – un aumento doppio rispetto a quello riscontrato per gli adulti – con la conseguenza che in alcuni paesi la mortalità infantile sotto i 5 anni per i bambini poveri è doppia rispetto a quella dei più ricchi. In linea generale, il rapporto dimostra che i bambini che nascono con maggiori possibilità economiche hanno 35 volte le possibilità di accedere alle risorse rispetto a quelli più poveri e questo riguarda ad esempio l’accesso all’educazione, alle cure sanitarie, ma anche una minore possibilità di dover lavorare in tenera età. Mentre i bambini ricchi hanno addirittura migliorato le loro condizioni, in un quinto circa dei paesi analizzati – Bolivia, Perù, Zambia, Costa d’Avorio, Ghana e Camerun – il reddito dei bambini più poveri è precipitato allargando ulteriormente una distanza già pesante. Non solo nascere povero o ricco determina la cosiddetta “lotteria della vita”, altrettanto importante è dove si nasce poveri: una persona che nasce povera in India ha minori possibilità di una che nasce povera negli Stati Uniti. Se è vero che la povertà a livello globale è scesa da 2 miliardi nel 1990 a 1,3 miliardi di persone, e la mortalità infantile si è dimezzata, Save the Children fa notare che si tratta di una tendenza che cela in molti casi la totale incapacità del progresso di raggiungere i più poveri tra i poveri.

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